Sgarbi non può essere candidato sindaco di Cefalù per il Tribunale

Pubblicato il 20 Aprile 2012 - 18:11 OLTRE 6 MESI FA

PALERMO – Vittorio Sgarbi non puo’ essere candidato a sindaco di Cefalu’ in quanto amministratore del Comune di Salemi che e’ stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Lo ha deciso la sezione civile del tribunale di Marsala, sulla base di un ricorso del ministero dell’Interno. Il critico d’arte non intende tuttavia rinunciare.

”Rispetto alla decisione della sezione civile del Tribunale di Marsala – si legge in una nota del suo ufficio stampa – Vittorio Sgarbi resta candidabile. Ogni valutazione di merito, e non meramente formale come quella del Tribunale di Marsala, e’ rimandata alla Corte di Appello di Palermo presso la quale gli avvocati del critico d’arte proporranno reclamo”.

I giudici di Marsala hanno deciso in base a una norma del testo unico sugli enti locali (articolo 143 della legge 267 del 2000) la quale stabilisce che ”gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento non possono essere candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova l’ente interessato dallo scioglimento, limitatamente al primo turno elettorale successivo allo scioglimento stesso, qualora la loro incandidabilita’ sia dichiarata con provvedimento definitivo”.

Il tribunale ha preso in esame l’esito di un’ispezione al Comune di Salemi disposta dal ministro dell’Interno. La relazione degli ispettori sottolinea che a Salemi c’e’ stato uno ”sviamento dell’attività amministrativa”. Lo ”sviamento” e’ stato ”reso possibile, se non addirittura agevolato, dalle ripetute assenze del sindaco dal territorio di Salemi; lo stesso primo cittadino ha peraltro piu’ volte legittimato e delegato un ex politico (Giuseppe Giammarinaro, gia’ sorvegliato speciale e sottoposto a sequestro preventivo dei beni, per 35 milioni di euro) alla gestione dell’attività amministrativa dell’ente”.