Bufera in casa Pd, tira aria di scissione, Congresso forse anticipato, cinque per ora i candidati alla successione

Bufera in casa Pd, tira aria di scissione, Congresso forse anticipato, cinque per ora i candidati alla successione di Enrico Letta

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 13 Novembre 2022 - 19:14 OLTRE 6 MESI FA
Bufera in casa Pd, tira aria di scissione, Congresso forse anticipato, cinque per ora i candidati alla successione

Bufera in casa Pd, tira aria di scissione, Congresso forse anticipato, cinque per ora i candidati alla successione

Burrasca in casa Pd. Tira aria di scissione, lo dicono in tanti, in testa Nardella (“pericolo reale”). Giuseppe Ferrandino, europarlamentare, già sindaco di Ischia, ha già tolto il disturbo passando al Terzo Polo.

“La scissione? È possibile. E sarà Conte a guidare l’area di sinistra. La maggioranza dei dem vuole allearsi con i Cinquestelle. Il prossimo congresso sarà tutto centrato su questa discussione. Cedere o no  alla leadership del Movimento 5 Stelle. Lo stesso capo grillino ha dichiarato che inizierà a dialogare con i dem dopo il congresso”.

GRANDI MANOVRE DEM, SONDAGGI CHOC

L’ambientino è riassunto da Andrea Marcucci, uno che se ne intende di certe cose, già capogruppo Pd al Senato, espressione dei cosiddetti “renziani”. “Letta rischia di fare più danni dopo il 25 settembre che prima”.  Giudizio piuttosto ingeneroso ma barometro di uno scenario in grande confusione. Oltretutto i sondaggi piangono. Secondo le ultime rilevazioni il Pd è precipitato al 14% superato nei consensi dai Cinquestelle. Vero, falso? In ogni caso urge una sterzata.

LETTA STUDIA L’ANTICIPO DEL CONGRESSO DEL PD

Il Pd cambia rotta. Sta cedendo alle pressioni che non vogliono aspettare marzo per rinnovare il partito. E Letta ci sta lavorando. Conferma la segreteria: ”Stiamo verificando la possibilità”. Si ipotizza l’anticipo a febbraio “per non scomparire“. A breve la decisione. Ergo, la presentazione delle candidature scalerebbe di un mese. Dunque non più il 12 gennaio 2023 ma il 12 dicembre. E l’Assemblea nazionale – la sola che, in base allo statuto del Pd, può convocare il Congresso – potrebbe tenersi a metà novembre. Vedremo.

GLI ASPIRANTI ALLA SUCCESSIONE DEL SEGRETARIO DEL PD

Sono cinque. Per ora. Almeno i cinque che sono usciti allo scoperto. C’è il governatore Bonaccini  in pole. Poi c’è  Elly Schlein, 27 anni, fresca di nomina a deputata, triplice nazionalità (Italia, Svizzera, Stati Uniti d’America). Tipo tosto. Ha ricevuto l’ok di Franceschini per la “discesa in campo “ ma il suo percorso non è facile. Goffredo Bettini, nume tutelare dell’ex PCI, “non la può vedere neppure dipinta”, come dicono quelli del suo entourage. Andiamo bene.

Terzo candidato è il sindaco di Firenze Dario Nardella che però non sarebbe appoggiato dalla sua ex area (Base riformista).  Interessante comunque il suo progetto  politico che ha anticipato nel libro, fresco di stampa, “La città universale “(ed. La nave di Teseo, 400 pp.). Un saggio dedicato alla sua Firenze “una città in cui si vive immersi nell’arte e nella storia, meta persone da tutto il mondo, in cui il rapporto costante con il bello forgia il modo di vivere e di pensare dei suoi abitanti”.

Escluso, per sua ammissione,Andrea Orlando – paladino della sinistra storica – ma è probabile che sia tutta pre-tattica. Infine i due “pesci pilota”: Ricci e l’ex ministra lettiana Paola De Micheli. A chi tirano la volata?

PD DIVISO ANCHE SUL DECRETO ARMI ALL’UCRAINA

Spaccato in tre parti: la corrente di Orlando-Provenzano, quella dell’ex ministro alla Difesa Lorenzo Guerini e quella ondivaga di Letta. Tre posizioni tra loro molto distanti, forse inconciliabili. Il sesto invio di armi a Kiev ha evidenziato il ginepraio che avvolge la spedizione. Tutti contro tutti. Un bel problema. Di più : un tormento. Un braccio di ferro. Se non lo risolverà il Congresso sarà una Caporetto.