Comunali Roma, Giuliano Ferrara: “Mi auguro che nasca Alba Dorata”

Pubblicato il 28 Maggio 2013 - 17:06 OLTRE 6 MESI FA
Comunali Roma, Giuliano Ferrara: "Mi auguro che nasca Alba Dorata" (Foto Lapresse)

Comunali Roma, Giuliano Ferrara: “Mi auguro che nasca Alba Dorata”

ROMA – “Mi auguro che nasca Alba Dorata in Italia“, con questo auspicio il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, commenta i risultati delle comunali. “Non ho votato a Roma perché avevo i cani nervosi, ma al ballottaggio sceglierò Alemanno”. E sugli altri candidati: “Marino? Un opportunista. Grillo? Arriva sempre terzo”.

Durante lo speciale del Tg3 dedicato alle elezioni comunali nella Capitale, Giuliano Ferrara, tra problemi di collegamento e qualche siparietto, giustifica così la sua astensione: “Io non ho votato per il sindaco di Roma per la prima volta in tanti anni. Perchè? Per noia, per pigrizia, perchè i miei cani erano nervosi, stamattina ho dovuto portarli subito qui, insomma vari problemi privati”.

Poi gongola per gli scarsi risultati del candidato 5 Stelle, Marcello De Vito: “Grillo si fa la permanente, ha restituito tutti i soldi, fa le vacanze in Kenia, è un grande attore comico, insulta tutti e arriva sempre terzo. E’ un po’ come Tony Servillo a Cannes”.

L’Elefantino confessa però che al ballottaggio voterà per Gianni Alemanno: “Ha coperto alcune buche”. E Antonio Padellaro, direttore del Fatto Quotidiano prontamente interviene: “A me non risulta, magari mi dici in quali vie di Roma le ha coperte”.

Quanto al candidato di centrosinistra, Ignazio Marino: “Lui è quello del polo di sinistra del ‘Rodotà-tà-tà’. E’ un opportunista, s’è buttato a sinistra e secondo me non è nè della Roma, nè della Lazio”.

Infine l’auspicio nefasto, che anche in Italia nasca un partito di estrema destra come quello ellenico: “Mi auguro che nasca Alba Dorata in Italia. Qui lodano tutti Vito Crimi e Beppe Grillo, ma intanto la Grecia sta andando benone”.

Sull’astensione vistosa di queste ultime consultazioni aggiunge: “Non mi fate sempre questa domanda un po’ fessa. Ai romani non frega niente dell’elezione del sindaco. Prima di lui c’hanno nell’ordine: il Papa, il Presidente della Repubblica, , il segretario di Stato, il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, il parroco”.