La Corte dei Conti “boccia” la legge sulle intercettazioni: “Servono alle indagini”

Pubblicato il 22 Febbraio 2011 - 11:07 OLTRE 6 MESI FA

Angelino Alfano

ROMA – La Corte dei Conti boccia il disegno di legge sulle intercettazioni perché, dice, non appare ”indirizzato a una vera e propria lotta alla corruzione”. Mentre, sottolinea il procuratore generale Mario Ristuccia nella sua relazione annuale, le intercettazioni sono ”uno dei più importanti strumenti investigativi utilizzabili” nel contrasto alla corruzione.

“Non appaiono indirizzati a una vera e propria lotta alla corruzione – afferma Ristuccia – il disegno di legge governativo sulle intercettazioni che, costituiscono uno dei più importanti strumenti investigativi utilizzabili allo scopo e neppur l’aver dimezzato con la cd legge Cirielli del 2005 i termini di prescrizione per il reato di corruzione ridotti da 15 a 7 anni e mezzo, con il risultato che molti dei relativi processi si estingueranno poco prima della sentenza finale, sebbene preceduta da una o due sentenze di condanna e con conseguenze ostative per l’esercizio dell’azione contabile sul danno all’immagine”.

Processo breve. “Il disegno di legge in materia di durata dei processi non sia un ulteriore ostacolo alla lotta contro la corruzione”. E’ questo l’auspicio del pg che sottolinea come “da rispettosi osservanti delle norme varate dal parlamento”, i magistrati contabili restano “perplessi di fronte a recenti leggi che consentono una profonda alterazione di principi di certezza del diritto”.

Federalismo. Il federalismo potrebbe aumentare la corruzione, afferma Ristuccia. “Ci si interroga in termini dubitativi se, in tema di federalismo fiscale, il decentramento della spesa pubblica possa contribuire a ridurre la corruzione” rendendo “più diretta la relazione tra decisioni prese e risultati conseguiti” oppure se, sottolinea il presidente “possa avere l’effetto contrario ed aumentare la corruzione quando la vicinanza a interessi e lobbies locali favorisca uno scambio di favori illeciti in danno della comunità amministrata”.

Corruzione. La corruzione e le frodi sono “patologie” che “continuano ad affliggere la pubblica amministrazione”. Ristuccia sottolinea “i fenomeni delittuosi” che colpiscono l’amministrazione pubblica. Un fenomeno che riguarda soprattutto aiuti e contributo nazionali e dell’Ue. “I dati al riguardo non consentono ottimismi”, spiega il procuratore secondo cui la situazione di “cattiva amministrazione, nonostante i progressi conseguiti in termini di efficienza, continua a caratterizzare in negativo l’immagine complessiva dell’apparato amministrativo”. Inoltre, prosegue Ristuccia, una “rimarchevole diminuzione delle denunce che potrebbe dare conto fi una certa assuefazione al fenomeno verso una vera e propria ‘cultura della corruzione'”.