Crisi, Enrico Letta: "Prima riforma del fisco, poi insieme rigore e sviluppo"

Pubblicato il 7 Novembre 2011 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 07 NOV – Coniugare rigore e sviluppo, insieme a ''lotta dura all'evasione fiscale''. E' questa la ricetta per uscire dalla crisi secondo il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, che risponde, sulla Stampa, ai 12 quesiti lanciati dal quotidiano torinese allo schieramento che intende candidarsi come alternativa di governo.

In premessa, Letta e' convinto che ''con un governo Amato, Monti o Bersani cambierebbe il tipo di pressione internazionale sull'Italia'' perche' ''gli obiettivi condivisi sarebbero gli stessi'' ma ''le modalita' sarebbero lasciate all'autonomia di uno Stato che tornerebbe pienamente sovrano''.

Se la riforma fiscale ''sara' il cuore del prossimo governo'' insieme alla ''lotta senza quartiere all'evasione'', ci sono poi ''liberalizzazioni, che per noi sono un pilastro'' e ''rilancio obbligatorio delle infrastrutture per la crescita''. Per Letta, poi, nell'immediato ''ci sara' bisogno di un intervento una tantum significativo, in particolare sugli immobili''. Patrimoniale che dovra' andare pero' ''in gran parte alla riduzione del debito'' consentendo di ''abbassare i tassi di interesse e liberare 10-15 miliardi di euro l'anno per consentire di fare operazioni sia di redistribuzione sia di incentivo alle imprese sul costo del lavoro stabile e per i giovani''.

Letta poi non esclude interventi sulle pensioni di anzianita', a patto che siano condizionati ''all'obbligo di togliere i vitalizi ai parlamentari'' e con i risparmi ''destinati ai giovani''. Mentre per il mercato del lavoro ''si deve partire dagli ammortizzatori sociali in una logica di flex security'' e dopo ''si potra' discutere anche l'uscita dal lavoro''.

Contrario a un ulteriore innalzamento dell'Iva, infine, Letta dice si' alle dismissioni, puntando anche ad ''accorpare le miriadi di societa' di enti locali'' e guardando al ''ritiro del sistema pubblico da alcuni settori'' ma non da quello dell'energia, favorendo pero' ''la fusione di tutte le ex municipalizzate del nord Italia per far nascere un grande soggetto in grado di fare massa e risparmi''.