Da Fini via libera a gruppi: “Resto presidente della Camera”

Pubblicato il 29 Luglio 2010 - 23:40| Aggiornato il 30 Luglio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Le dimissioni di 34 deputati finiani dal gruppo del Pdl sono già in mano al capogruppo Fabrizio Cicchitto, domani dovrebbero arrivare a Maurizio Gasparri, ex compagno di strada, quelle di 14 senatori.

E in tarda mattinata i gruppi autonomi dei fedelissimi del Presidente della Camera dovrebbero già essere costituiti, con correlata conferenza stampa di Gianfranco Fini, politicamente “espulso” dall’ufficio di presidenza del Pdl (che ha anche deferito ai probiviri Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata).

Berlusconi aveva appena terminato di dare lettura del duro documento politico che sancisce il definitivo divorzio dei due co-fondatori del Pdl. E Fini, riunito con i suoi a Montecitorio, dava la linea: fedeltà al governo e ad ogni impegno preso con gli elettori del Pdl mai in discussione, gruppi autonomi, stop alle esternazioni incontrollate dei singoli.

Quanto alla Presidenza della Camera, una secca replica al premier che parla di un ”venir meno” della fiducia del Pdl rispetto al ruolo di garanzia del Presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni: ”La presidenza della Camera non è nella disponibilità del presidente del Consiglio. Io non mi dimetto”.

Fini ha adesso gioco facile nel portare dalla sua parte quei parlamentari a lui fedeli che ancora oggi aspettavano di vedere quanto duro fosse il documento di censura politica verso il Presidente della Camera prima di dare la loro disponibilità all’ingresso in un gruppo autonomo. Berlusconi ha parlato di una insopportabile ”forma di dissenso all’interno del partito che si manifesta nella forma di una vera e propria opposizione, con tanto di struttura organizzativa, tesseramento e iniziative, prefigurando già l’esistenza sul territorio e in Parlamento di un vero e proprio partito nel partito, pronto, addirittura, a dar vita a una nuova aggregazione politica alternativa al Popolo della liberta”.

E più in generale il documento, commentano i finiani ”ha superato anche le più pessimistiche previsioni”.