Ddl Zan, Draghi: “Siamo uno Stato laico, non confessionale”. In Senato risposta al Vaticano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Giugno 2021 - 19:36 OLTRE 6 MESI FA
Ddl Zan Draghi

Ddl Zan, Draghi in Senato: “Siamo uno Stato laico” (Ansa

Ddl Zan, Draghi: “Siamo uno Stato laico, non confessionale”. “Siamo in uno Stato laico, non siamo in uno Stato confessionale”: senza enfasi, ma con convinzione quasi sorpresa di dover ribadire l’ovvio, Draghi risponde al Vaticano.

Ddl Zan, Draghi: “Siamo uno Stato laico, non confessionale”

E anche a chi ha paura di discutere e deliberare in Parlamento. Il nostro ordinamento, rassicura Draghi, “contiene tutte le garanzie per rispettare gli impegni come il Concordato“.

Durante la replica in Senato il premier Mario Draghi sgombra il campo dagli equivoci sul ddl Zan. ‘

“L’Italia è uno stato laico. Il Parlamento è certamente libero di discutere e non solo. Il nostro ordinamento contiene tutte garanzie per rispettare gli impegni internazionali tra cui il concordato. Ci sono controlli preventivi nelle commissioni parlamentari. Ci sono controlli successivi nella Corte costituzionale”.

“Il governo non entra nel merito della discussione. Questo è il momento del Parlamento, non è il momento del governo”. 

La nota della Segreteria di Stato inviata all’ambasciata d’Italia

“La segreteria di Stato rileva che alcuni contenuti dell’iniziativa legislativa” del ddl Zan, particolarmente nella parte in cui si stabilisce la criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi ‘fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere’ – avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa cattolica e ai suoi fedeli dal vigente regime concordatario”.

E’ quanto si legge nella nota verbale indirizzata il 17 giugno dalla segreteria di Stato vaticana all’ambasciata d’Italia presso la Santa sede, che l’ANSA ha potuto visionare.

“Ci sono espressioni della Sacra Scrittura e delle tradizioni ecclesiastiche del magistero autentico del Papa e dei vescovi. Che considerano la differenza sessuale, secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa Rivelazione divina”.

“Tale prospettiva – prosegue la nota verbale – è infatti garantita dall’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana di Revisione del concordato lateranense, sottoscritto il 18 febbraio 1984′”.