De Magistris al congresso Idv: sto con Di Pietro ma sono più giovane

Pubblicato il 5 Febbraio 2010 - 17:37 OLTRE 6 MESI FA

Luigi De Magistris

Chiarisce subito che “sta con Di Pietro”, che appoggia la mozione del leader dell’Idv. Luigi De Magistris, così, prendendo la parola al congresso del partito, all’Hotel Marriot di Roma, sfata le voci di chi lo voleva avversario e antagonista di mister “Tonino”.

Ma con una battuta apre lo scenario a quella che potrebbe essere una svolta futura: «Tra me e Antonio – dice – ci sono venti anni di differenza. Per mia fortuna e per tua sfortuna».

Per ora, quindi, sta con il capo. Ma lui è più giovane e un giorno è pronto a prendere il suo posto.

Così ha preso il via all’hotel Mariott di Roma venerdì pomeriggio il congresso dell’Italia dei Valori. Quello che porta lo slogan: «L’alternativa per una nuova Italia». A significare la svolta che Di Pietro vuole dare al partito: da movimento d’opinione a partito d’azione.

De Magistris. Luigi De Magistris ha preso la parola in un mare di applausi. «Credo che Di Pietro debba essere alla guida di un grande percorso politico, per farlo bisogna passare da movimento politico a partito d’azione. Per farlo – ribadisce- occorre fare una squadra. È inutile pensare ai duelli».

A Di Pietro, De Magistris riconosce che «lui è l’unico che si fece vivo», nel culmine della vicenda giudiziaria che lo vide protagonista. «Ero una figura controversa – rievoca – con 100 procedimenti giudiziari a mio carico. Qualcuno più di quelli del premier, con la differenza – sottolinea – che io mi sono fatto processare». «Nel ’92 consegnavo gli scritti per il concorso il magistratura – ricorda – Di Pietro era un mito e ci siamo detti, chi l’avrebbe detto che ci saremmo trovati insieme… Certo, se lui, come leggo in questi giorni, era collegato alla Cia, al Mossad o a chissà quale soggetto destabilizzante, allora anche io devo essere una cellula di qualcosa. Magari dei cubani, visto che guardo più a sinistra».

«Non reprimiamo il dissenso interno», chiede e rimbrotta Pd e sostenitori della trattativa con l’Udc: «Il Pd passa più tempo a dialogare con l’Udc che con noi. Ci sono persone perbene anche nell’Udc ma – avverte – quel partito non sarebbe entrato in Parlamento senza Cuffaro e allora con quel partito si può fare un laboratorio di cannoli più che quello politico che vorrebbe Donadi».

«Sta bene se ci sono sensibilità diverse in un partito», ripete ritagliandosi il ruolo di “pontiere” a sinistra che indica a Idv il compito di «baricentro del centrosinistra».

Paura di sbandare a sinistra? «Non è vero che ci allontiamo dal centro perchè dove il riferimento è la Costituzione – replica – non ci sono distinzioni di quel genere». Né il totem della questione morale è a significato unico: «Non si tratta solo del casellario penale pulito – spiega – ma del bene comune come obiettivo», mentre «la classe dirigente di un partito non può essere fatta solo con le tessere».

Di Pietro. E anche se l’intervento del leader Antonio Di Pietro è previsto solo per domani, con una conferenza stampa a margine l’ex pm guadagna comunque la ribalta: «Per noi – annuncia – inizia l’età maggiorenne, sono orgoglioso di poter dire che ho fondato e portato alla maturità un partito nato spontaneamente».

Una forza che ora punta a un risultato a due cifre. E sulle alleanze: «Vogliamo porci all’interno della coalizione di centrosinistra», e dunque «deve essere rafforzata l’alleanza con il Pd: il giorno che si possa arrivare ad una fusione tra Pd e Idv sarà un giorno molto importante».

Altre mozioni. Chi invece ha deciso di correre per la presidenza con una propria mozione è il deputato Francesco Barbato che ha chiesto «più trasparenza e maggiore democrazia», anche se la sua sembra destinata ad essere una candidatura di bandiera. Appare quindi pressoché scontata l’elezione di Antonio Di Pietro, che interverrà domenica mattina e poi chiuderà i lavori congressuali domenica.

Donadi. Anche Massimo Donadi, capogruppo alla Camera, ha tenuto il suo discorso: «Hanno ragione ad avere timore di noi perchè sappiamo che loro sono il male di questo paese. Ma il male non trionferà – aggiunge – fino a quando gli uomini per bene continueranno a battersi, e noi non ci fermeremo mai, mai».