G8 Genova, la protesta dei poliziotti: “Durezza senza sconti solo contro di noi”

Pubblicato il 14 Luglio 2012 - 13:32 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – La sentenza della Cassazione che venerdì 13 luglio ha ridotto le pene ai no-global che hanno preso parte alle devastazioni del G8 di Genova del 2011, ha scontento la polizia. Come racconta un articolo pubblicato sabato 14 luglio sul Corriere della Sera, i sindacati delle forze dell’ordine ora sono sul piede di guerra:

“‘Ci aspettavamo delle condanne esemplari e invece… — tuona Nicola Tanzi, segretario generale del Sap —. A Genova centinaia di delinquenti hanno devastato, saccheggiato, distrutto e invece è finita che a pagare son stati solo i poliziotti. Una disparità di trattamento che ci indigna. Tutto questo, ora, crea grande disagio tra le forze dell’ordine, il governo lo deve sapere, perché in autunno arriveranno nuove manifestazioni di piazza ed è chiaro che noi oggi ci sentiamo poco tutelati. Rischiamo il posto di lavoro, la salute, per che cosa? Perciò anche la sicurezza dei cittadini è a rischio…”.

Il Corriere riporta poi la posizione di Felice Romano del Siulp:

“Felice Romano, segretario generale del Siulp, il più grande sindacato di polizia con 30 mila associati, è altrettanto duro: «Ci resta l’amaro in bocca, non riusciamo più a capire qual è la giustizia giusta. Noi non ci aspettavamo la condanna dei no global come una consolazione per quella inflitta ai poliziotti. Noi crediamo nella giustizia giusta e dunque le sentenze, tutte, siamo abituati a rispettarle. Però un’eccezione ci sentiamo comunque di muoverla: perché, ci chiediamo, cittadini coinvolti sul medesimo scenario, poliziotti e no global a Genova, voglio dire, perché davanti all’accertamento giudiziario di responsabilità per entrambi, succede che ad alcuni, i no global, la Cassazione riconosca delle attenuanti e ad altri, i poliziotti, no? E stiamo parlando di cittadini, come Gilberto Caldarozzi e Francesco Gratteri, che hanno servito il Paese facendo della propria vita e di quella delle rispettive famiglie una missione contro la criminalità…”.

Infine, a protestare è stato anche Enzo Letizia, segretario dell’associazione nazionale funzionari di polizia:

“Questa sentenza ci lascia perplessi. La giustizia una settimana fa è stata durissima con i suoi figli, uomini dello Stato che in questi anni hanno mostrato in pieno il loro valore contro la mafia e il terrorismo, mentre ora si mostra comprensiva con chi lo Stato ha attaccato duramente, contribuendo alla devastazione di Genova nel 2001. Perché per i nostri nessuno sconto di pena, nemmeno le attenuanti generiche, mentre lo sconto invece è arrivato per chi attentò alla sicurezza del Paese? É questo il grande interrogativo. Per fortuna almeno l’impianto accusatorio è rimasto in piedi: la condanna per devastazione c’è stata” .

Ma l’indignazione piena si coglie anche dall’altra parte. A protestare per la sentenza è Paolo Ferrero, il segretario nazionale di Rifondazione Comunista:

“La riduzione delle pene per 8 dei 10 imputati non può farci sentire soddisfatti nè sollevati. I manifestanti, che non erano black bloc, sono diventati il capro espiatorio di una massacrata messa in atto dalle forze dell’ordine per la quale al contrario la catena di comando è rimasta impunita. Le responsabilità di De Gennaro hanno avuto come esito la sua promozione a sottosegretario. Evidentemente in Italia infrangere una vetrina richiede una punizione, torturare le persone no. La macelleria messicana non ha fracassato solo i corpi ma anche le regole democratiche”.

Ecco invece il commento di Giuliano Giuliani, il padre di Carlo, il ragazzo ucciso durante il G8 da un carabiniere, riportate sempre dal COrriere. Anche lui appare essere molto critico:

“Ho sempre sostenuto che le condanne comminate in appello per quei 10 erano aberranti. Hanno caricato su un manipolo di ragazzi la responsabilità totale di quello che successe allora”.

“Ingiustizia è fatta”  è infine, l’amaro commento dell’avvocato Francesco Romeo, uno dei difensori dei no global, che poi, come riporta sempre il Corriere, aggiunge:

“C’è una sproporzione abissale tra queste pene, inflitte a persone che hanno danneggiato cose e ed edifici, e quelle inflitte a chi ha seviziato delle persone senza pagare alcun prezzo alla giustizia. Perché le dimissioni dalla polizia sono una sanzione amministrativa”.