Gasparri: per difendere l’Italia  bisogna archiviare il Governo

di Marilena D'Elia
Pubblicato il 2 Luglio 2019 - 15:50| Aggiornato il 4 Luglio 2019 OLTRE 6 MESI FA

Roma- “Il governo mette in fuga investitori stranieri a Taranto e investitori italiani altrove, continua a non far pagare le tasse alle multinazionali della rete di cui è servo, cerca di eludere il confronto in sede europea approfittando del caos che accompagna la nascita delle nuova Commissione, ma i conti pubblici restano critici e l’andamento dell’economia reale è catastrofico”, commenta il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri mentre il Governo cerca di far quadrare i conti pubblici, promette tagli alle tasse ai cittadini, e mentre sull’Italia incombe il pericolo di una procedura di infrazione europea prepara in extremis- grazie anche al tempo guadagnato per il caos delle nomine del nuovo europarlamento- un progetto da presentare a Bruxelles per evitarla.

“Archiviare questo governo vuol dire difendere la Repubblica”, continua il senatore forzista.

“Sono degli incapaci che parlano di tagli di tasse che non ci saranno e che stanno mettendo a repentaglio il futuro della nostra nazione”,  conclude Gasparri

Sulla mancanza di motivazioni per una procedura di infrazione europea nei confronti dell’Italia. il presidente Mattarella, da Vienna, dopo un colloquio con il presidente austriaco Alexander Van der Bellen , rispondendo alla domanda di un giornalista aveva detto:  “il disavanzo di bilancio in Italia e’ passato dal 2,4 al 2,1 tra il 2017 e il 2018, l’avanzo primario e’ passato dall’1,4 all’1,6: e sono dati di trend positivi per i conti pubblici”. Inoltre “vi e’ una condizione di base di economia italiana di grande solidita’, non a caso l’Italia e’ la terza economia dell’Ue ed e’ la seconda manifattura d’Europa”. “Credo il governo stia presentando ciò alla Commissione Ue per dimostrare che i conti saranno in ordine, le indicazioni sono rassicuranti e non vi sia motivo per aprire una nuova infrazione”.

Sul debito pubblico italiano scrisse, nel 2012, proprio su Blitz, Gustavo Piga: 

“Una cosa è avere un debito pubblico alto sul PIL in un Paese con scarsa accumulazione di risparmio e dunque di ricchezza, una cosa è avere lo stesso debito PIL con un paese che ha invece un forte risparmio e ricchezza privata”. A monte c’era l’idea che “i Paesi con una ricchezza finanziaria netta delle famiglie in percentuale del Pil superiore alla media dell’Eurozona, dovrebbero poter dedurre fino a 25 punti di Pil di tale ricchezza eccedente dall’ammontare del debito pubblico che va ridotto”. Tradotto: i Paesi europei più ricchi a livello privato “sarebbero obbligati a diminuire il proprio debito pubblico di un ammontare inferiore a quello attualmente previsto: l’Italia dell’1,7% (anziché del 2,9%)”.

Dopo le elezioni europee del 26 maggio, prima tappa del percorso di rinnovo della Commissione Europea, comincerà il rinnovo di tutte le cariche politiche. Dall’elezione del nuovo presidente dell’Europarlamento, che dovrà sostituire Antonio Tajani (Fi), alla scelta della nuova Commissione Europea e del suo  nuovo presidente, che dovrà prendere il posto di Jean-Claude Juncker), per arrivare fino al nuovo presidente della Banca Centrale Europea ( che succederà a Mario Draghi) e al nuovo numero uno del Consiglio europeo, alla scadenza del  mandato di Donald Tusk a fine novembre).