Giorgio Napolitano testimonia nella “Sala Oscura”. No cronisti, telefoni, tablet

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Ottobre 2014 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA
Giorgio Napolitano testimonia nella "sala oscura". No cronisti, telefoni, tablet

Giorgio Napolitano testimonia nella “sala oscura”. No cronisti, telefoni, tablet

ROMA – Giorgio Napolitano testimonia nella “sala oscura”. No cronisti, telefoni, tablet. Si svolgerà nel nucleo più antico del Quirinale la deposizione del presidente della Repubblica al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. La sala del Bronzino infatti è l’ambiente centrale e di maggiori dimensioni della palazzina di Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585).

Prima che il palazzo fosse ampliato, era qui – e nell’attigua Sala degli Arazzi di Lille – che il papa svolgeva le principali attività di rappresentanza. Non avendo finestre verso l’esterno, ma solo verso la Loggia d’Onore, nel Settecento questo ambiente era noto come “Sala Oscura”.

E la “Sala Oscura” ospiterà l’attesa e riservata udienza di oggi: secondo le poche informazioni disponibili (silenzio assoluto dal Quirinale) l’ambientazione della pur splendida sala sarà essenziale. Il Capo dello Stato sarà sentito nella qualità di testimone, dovrà affrontare cioè esame e contro-esame. Una serie di semplici tavolini da lavoro saranno dislocati nell’ambiente per rendere possibile la deposizione. Intorno ruoteranno almeno una quarantina di sedie, tante quanti dovrebbero essere i presenti.

Al momento è prevista solo un’audio-registrazione della deposizione che poi sarà trascritta. Top secret la disposizione dei partecipanti all’interno della sala. Saranno ammessi i giudici della Corte d’Assise, pm e avvocati, in tutto non più di 40 persone. Categoricamente esclusi telefonini e tablet, così come la presenza di cronisti, pure ammessi dai giudici ma interdetti dal Quirinale. A prescindere dal suggestivo nome della sala, l’editorialista Marzio Breda del Corriere della Sera sottolinea i rischi di una udienza blindata, il “pericolo di essere travisato”.

Ma, a dispetto di quel nome, «oscuro», niente Arcana Imperii, assicurano al Quirinale. Infatti, ogni domanda e risposta sarà trascritta su verbale, duplicata su Dvd e resa poi disponibile alle parti in causa — e dunque pure al pubblico — secondo i tempi processuali. Certo, non sarebbe bene se una simile udienza avesse un’impropria spettacolarizzazione mediatica, se non altro per il prestigio della presidenza (e del resto così stabiliscono le norme di procedura penale).

Tuttavia, il fatto che non si sia previsto e voluto un collegamento in diretta audio-video né l’accesso ai giornalisti, potrebbe complicare le cose e offuscare questo evento con elementi di ambiguità, come il Corriere ha segnalato. Agli organi d’informazione, infatti, non resterà che affidarsi, almeno provvisoriamente, alle ricostruzioni di chi c’era. Magistrati, avvocati e cancellieri. Una quarantina di persone. Con potenziali distorsioni o manipolazioni, giocate sul filo delle sfumature verbali, dei toni e persino dei silenzi. (Marzio Breda, Corriere della Sera)

Da notare come la “Sala Oscura” successivamente con i Savoia prese il nome di “Sala delle Battaglie”, in ragione della presenza alla fine dell’Ottocento di quadri che raffiguravano vittorie risorgimentali. L’allegoria dipinta sulla volta è opera di Alessandro Palombi ed Ernesto Ballarini e si data ai primi anni del Novecento.

E in effetti si fa fatica a non definire tale il percorso che ha portato il Presidente della Repubblica ad accettare di sottoporsi alle domande della procura di Palermo: prima il Colle ha portato l’ufficio inquirente siciliano davanti la Corte Costituzionale, sollevando il conflitto d’attribuzione che ha poi portato alla distruzione delle telefonate tra Nicola Mancino e il capo dello Stato, poi Napolitano ha inviato una lettera alla corte d’assise per comunicare di non avere “nulla di utile da riferire” al processo, quindi, dopo il definitivo via libera dei giudici, il Quirinale ha emanato una serie di regole sulle modalità con cui si svolgerà la deposizione del Presidente. (Giuseppe Pipitone, Il Fatto Quotidiano)

In occasione della visita di Hitler a Roma nel 1938 la sala fu dotata di un nuovo pavimento in marmo e fu arredata – come l’adiacente Loggia d’Onore – con busti raffiguranti personaggi romani. Attualmente l’ambiente è usato come luogo di incontro del Presidente della Repubblica con i Capi di Stato ospiti e con le loro delegazioni, prima dei colloqui ufficiali che si tengono nel vicino studio. L’odierna denominazione della sala deriva dall’arredo delle pareti con un importante parato di arazzi cinquecenteschi fiorentini, alcuni dei quali tessuti su disegni del pittore manierista Agnolo Bronzino.