Grillo-Renzi, volano gli stracci: i rottamatori si rottamano

Pubblicato il 4 Novembre 2012 - 19:03 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi (Foto Lapresse)

ROMA – E’ ormai più che scontro aperto tra Beppe Grillo e Matteo Renzi. “Hai affogato Firenze nei debiti”, “Nuoti bene ma non capisci nulla di economia”: così era iniziata la domenica politica del “portavoce” (come chiede di essere definito) del Movimento 5 Stelle e del candidato alle primarie del Pd.

La querelle tra i due era iniziata domenica mattina con l’accusa di Grillo sui debiti del Comune fiorentino. Poi la replica di Renzi: “Le casse di Firenze godono di ottima salute“, rincarata dalle parole del suo portavoce, Marco Agnoletti: ”Accusare Matteo Renzi di essere un ‘fantasma’ o ‘ex sindaco’ è una bugia, anzi direi che è proprio una balla galattica”.

Renzi, però, dalla campagna di Sicilia, attacca pure per la sinistra di Nichi Vendola: “Noi diciamo che dobbiamo prendere i voti anche di chi l’ultima volta non ha votato Pd. Ci mancherebbe altro che un partito dicesse io non voglio i voti! Noi però vogliamo bene al Partito democratico, intendiamoci al Pd di Obama, di Tony Blair (invece  non apprezzato da Vendola, ndr), non al Pd di quelli che vanno al governo e il giorno dopo si mettono a lavorare contro Prodi per mandarlo a casa. Perché se Prodi è caduto due volte la responsbilità è nostra e non di Berlusconi”.

A dar manforte colleghi e compagni di partito: ”Beppe Grillo è preoccupato dal crescere della popolarità di Matteo Renzi perché ha capito che lui è l’unico che può sgonfiare il suo potenziale bacino elettorale”, ha detto Domenico Petrolo, del dipartimento cultura del Pd e sostenitore di Matteo Renzi, presentando un sindaco e aspirante premier che “si presenta agli occhi degli italiani come una risposta concreta e credibile, non come quella grillina, al desiderio di un cambio radicale della politica”.

Stessa linea per un altro renziano, il deputato del Pd Salvatore Vassallo: ”Gli attacchi personalizzati di Grillo a Renzi vogliono distogliere l’attenzione dalla sarabanda interna a Idv e 5 Stelle, i due pseudo-partiti di cui sono padroni lui stesso e Di Pietro. In realtà mettono in evidenza la vera partita in gioco alle primarie del centrosinistra. Perché con Renzi in campo Grillo perderebbe la scena”.

Nella lotta tra i partiti (o movimenti, che dir si voglia) a sinistra, anche Antonio Di Pietro dice la sua. Smentisce di aver fondato un nuovo partito, come anticipato dall’Unità, che ha parlato di un nome (Basta!) e un simbolo viola, e torna sulle proprietà immobiliari al centro dell’inchiesta di Report: “Ovviamente io non ne so nulla, come non sapevo nulla delle 56 case che di recente mi hanno falsamente attribuito, pur di farmi passare per palazzinaro”.

Di Pietro prende le distanze da Grillo, smentendo un’alleanza con lui. E sul futuro dell’Idv dice di voler aspettare la fine delle primarie del centrosinistra “dato che al loro interno vi sono vistose divergenze sul futuro politico e programmatico che intendono portare avanti”.