Inizio della scuola il 30 settembre? Gelmini apre, Lega e opposizione dicono no

Pubblicato il 24 Maggio 2010 - 23:03 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini

No a scuola il primo ottobre. E’ bocciata senza appello da opposizione e Lega Nord, una volta tanto unite, l’eventuale apertura delle scuole il 30 settembre. Un’ipotesi – contenuta in un ddl presentato da un senatore del Pdl Giorgio Rosario Costa – che registra però l’apertura del ministro dell’ Istruzione Mariastella Gelmini e l’assenso pieno del ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla. Ma al fronte del no si aggiungono anche famiglie, studenti e sindacati.

“Se ne può discutere. Io sono aperta su questo tema perché effettivamente il nostro Paese vive di turismo e oggi le vacanze per le famiglie non sono più concentrate a luglio e agosto. E a settembre si possono avere migliori opportunità sul piano economico” afferma la responsabile di Viale Trastevere. “Avrebbe indubbiamente conseguenze positive sul turismo – sostiene Brambilla – in particolare sul prodotto balneare che rappresenta la prima eccellenza per il nostro Paese e che ha fortemente bisogno di sostegno”. E poi, lo sviluppo del turismo “significa anche sostenere l’intera economia dei territori”.

E’ secca la bocciatura della Lega: “E’ inattuabile – dice la senatrice Irene Aderenti – i 200 giorni di lezione vanno rispettata”. E poi, la materia dei calendari scolastici è regionale, “quindi – conclude – ogni regione ha già questo tipo di autonomia”. Fortemente critici il Pd e l’Idv. Secondo il capogruppo del Pd in commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, il rischio è la riduzione dell’ offerta formativa: “le aperture del ministro dimostrano che per questo governo la scuola non è una priorità, è seconda anche al turismo”.

Anche per l’ex ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni, la questione andrebbe affrontata con le Regioni ma “i nostri figli, le famiglie e la scuola meritano più rispetto che proposte estemporanee e superficiali”. Secondo Fabio Giambrone (Idv), “dopo la macelleria sociale, arriva quella culturale. Ridurre il tempo scuola con una didattica già penalizzata dai numerosi tagli della coppia Gelmini-Tremonti significa abbassare ulteriormente l’asticella del sapere. Non lo permetteremo”.

“Gelmini – sottolinea il vicepresidente del gruppo Idv alla Camera Fabio Evangelisti – è come Maria Antonietta che al popolo affamato diceva di offrire brioche. Il mondo della scuola é sul lastrico, con i genitori che sono costretti addirittura a pagare la carta igienica, e il ministro si dice favorevole al posticipo dell’anno scolastico”. Piergiorgio Bergonzi, responsabile scuola del Pdci, sostiene che il Pdl “maschera i tagli con le vacanze”.

“Chi baderà ai bambini? La soluzione per le famiglie sarà parcheggiarli da soli davanti alla tv?” si chiede polemicamente l’Aiart, associazione dei telespettatori cattolici. Il ritardo nell’inizio delle lezioni sarebbe un danno per i ragazzi, secondo il Moige (Movimento italiano genitori). Contraria anche la Flc-Cgil: è a rischio la qualità dello sviluppo del paese. L’Astoi (l’associazione confindustriale dei tour operator) giudica con “interesse” l’ipotesi.

“Spero – afferma il presidente Roberto Corbella – che non si prendano decisioni affrettate, ma anzi si avvii una riflessione condivisa anche con i protagonisti del turismo italiano”. Positiva anche la reazione anche della Federalberghi per la quale si tratta di un'”idea positiva”. Intanto, proseguono le polemiche fra il Pdl e il Pd sulle affermazioni di Pierluigi Bersani nei confronti del ministro Gelmini. “Il ministro fa finta di essere offesa per non rispondere – sostiene Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd – In questi giorni più di una persona capisce solo ciò che gli fa comodo, girando attorno ai problemi ed evitando, così, di dare risposte necessarie sul futuro della scuola italiana”.

“Sulla scuola – osserva Francesco Pasquali, coordinatore dei giovani del Pdl – il Pd sta dimostrando tutto l’immenso vuoto politico che lo caratterizza. Ogni giorno che passa il Pd si conferma una forza politica profondamente contraria a qualsiasi processo di riforma e lontana dalle aspettative di studenti e famiglie”.