Lombardia. Suona l’inno di Mameli, la Lega resta fuori dal Consiglio regionale

Pubblicato il 15 Marzo 2011 - 10:39 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Suona l’inno d’Italia e la Lega resta fuori: i consiglieri regionali lombardi della Lega Nord, come annunciato, non hanno partecipato all’ esecuzione dell’Inno di Mameli che ha aperto la seduta dell’assemblea al Pirellone.

In aula era presente solo il presidente Davide Boni, che ha assicurato la sua presenza per il ruolo istituzionale. Tutti gli altri leghisti, fra cui gli assessori e Renzo Bossi, sono rimasti alla bouvette a prendere un caffè e a fare colazione. Mentre risuonava l’inno nazionale, come imposto da una legge per i 150 anni dell’Unità d’Italia, che solo il Carroccio non ha votato, tutti gli altri consiglieri regionali, invece, sono stati in piedi dietro i loro banchi, indossando chi una coccarda tricolore, chi una spilla o chi addirittura mostrando una bandiera italiana nel taschino della giacca, come l’assessore Romano La Russa. In aula per l’occasione anche il governatore Roberto Formigoni.

Poco prima dell’inizio della seduta c’è stato anche un siparietto tra lo stesso Formigoni e il capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli. ”Ti offro un caffè, ha detto il governatore all’altro. ”No, te lo offro io”, ha replicato il leghista.

I due, a cui si è subito aggiunto Renzo Bossi per una spremuta, hanno scherzato e parlottato per qualche minuto. Ma quando i lavori del consiglio regionale stavano per iniziare con l’esecuzione dell’inno nazionale, Formigoni si è congedato sottolineando: ”il dovere mi chiama”. Tutti i leghisti sono invece rimasti al banco della bouvette, compreso il vicepresidente della Giunta, Andrea Gibelli, per poi guadagnare i propri banchi non appena concluso l’inno. Dallo scranno della presidenza, il presidente Boni (che indossava una vistosa cravatta verde) ha subito dato il via alla discussione con l’ordine del giorno, senza fare alcun cenno alla celebrazione in onore dell’Italia.