I soldi pubblici che la Lega investiva all’estero

Pubblicato il 12 Aprile 2012 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Secono ‘Il Corriere della Sera’ i nuovi documenti in mano alla magistratura confermerebbero che l’ex tesoriere della Lega Nord traferì all’estero parte dei soldi pubblici ricevuti dalla Lega Nord all’estero (in Tanzania, Cipro e Norvegia) e che il partito, con Bossi, Maroni e Tremonti in testa, tentò di coprire Belsito temendo l’accusa di riciclaggio.

Fiorenza Sarzanini ricostruisce così sul ‘Corriere’ la vicenda: è il 9 gennaio scorso, da qualche giorno il Secolo XIX ha rivelato le “operazioni” su banche straniere con sette milioni di euro della Lega. L’imprenditore Stefano Bonet contatta Belsito. Annotano gli investigatori della Dia: “Belsito aggiungeva che sia Bossi che Tremonti erano d’accordo sul fatto che la Lega Nord, con l’operazione, avesse voluto diversificare i loro risparmi. Aggiungeva che gli importi bonificati erano riportati in bilancio anche perché, con il 2009 e 2010, il movimento politico aveva chiuso con un attivo di 16,5 milioni di euro”.

Il giorno dopo i due tornano a discutere della stessa questione. E nell’informativa trasmessa ai pubblici ministeri di Reggio Calabria è scritto: “Stefano chiede come stesse e Belsito risponde che lui sta bene e anche il grande capo, aggiungendo che pure Tremonti è d’accordo sul fatto che abbiano proceduto a diversificare asserendo che essendo il tutto iscritto a bilancio, dei loro risparmi possono fare ciò che vogliono, e se loro non credono nell’euro non vede dove sia il problema, anche in virtù del fatto che fra due mesi l’euro sarebbe saltato. Belsito asserisce che loro, a differenza degli altri partiti che sono indebitati, hanno della liquidità e questo fa girare le palle agli altri”. Nella relazione della Dia si fa cenno anche a un incontro fra Tremonti e Rosi Mauro sulla stessa vicenda. Il 31 gennaio Belsito parla con il socio Romolo Girardelli di una riunione imminente: “Mi ha chiamato la Rosi e mi ha detto che oggi va lì e si porta anche Tremonti…”.

Dalle carte in mano ai magistrati emergerebbe poi che il partito iniziò a premere per ottenere la restituzione di quei soldi inviati all’estero attraverso la figura di Roberto Castelli. Dalle intercettazioni, scrive ‘Il Corriere della sera’, sembra che il 2 febbraio Bonet chiama Paolo Scala, l’uomo che ha materialmente effettuato le operazioni finanziarie a Cipro. Annotano gli investigatori: “Bonet dice che domani avrebbe visto il “Federale”, aggiungendo che avrebbe visto direttamente Castelli, Maroni, Bossi e gli altri, e avrebbero risolto la questione predisponendo altresì il materiale per poter chiudere l’operazione. Paolo dice di aver mandato stamane a mezzo mail una comunicazione alla Lega Nord (via Bellerio) nella quale ha scritto che, per poter rimandare indietro i soldi, ha necessità di istruzioni su carta intestata con indicazioni e tutto il resto onde evitare problemi e quant’altro. Stefano gli dice di tralasciare ogni contatto con Belsito asserendo che lui dovrà dare le dimissioni e si è bruciato, sempre Stefano asserisce che domani gli fornirà le indicazioni necessarie per procedere”.

Già il 17 febbraio l’aria sembra cambiata, annota Fiorenza Sarzanini. Bonet chiama Girardelli, “dice che gli stanno intimando – scrivono gli investigatori – anche con Castelli, la restituzione del denaro e, siccome bisogna discuterne e lui è già oggetto di indagini giudiziarie per appropriazione indebita e di riciclaggio, dice di non avere problemi, perché non ha niente da perdere, a trascinarseli tutti dentro con lui. Tra l’altro dice Bonet che Castelli, con il quale si è sentito, non ha avuto il coraggio di dire: ‘È la tua parola contro la sua!’. Lui non ha capito che Bonet ha in mano dei documenti che dicono che lui, come rappresentante della Lega Nord, dice cose non vere e lo ha preso in giro, e quindi se non vogliono noie gli devono dire come fare in questa situazione. Bonet a proposito dice che non restituisce i soldi, metterà un milione e 200 mila euro a garanzia presso un notaio, e se non gli vengono incontro e non lo sollevano dalle responsabilità attribuitegli, togliendo la tessera a Belsito, metterà tutta la storia sul giornale in quanto, tra l’altro, Belsito è un delinquente”.