M5s, Paolo Becchi: “Currò è un traditore. Si autoelimina”. Ma lui: “Non lascio”

Pubblicato il 8 Aprile 2013 - 19:52| Aggiornato il 25 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Currò? E’ un traditore, non saprei che altra parola usare. Mi hanno detto che non si può, ma come devo chiamarlo?” A parlare è Paolo Becchi, considerato l’ideologo del Movimento 5 Stelle, ai microfoni della Zanzara su Radio24.

Non si formalizza Becchi, incalzato dalle domande di Giuseppe Cruciani e  David Parenzo sul caso del deputato grillino Tommaso Currò che, venerdì, in un’intervista al quotidiano la Stampa aveva aperto al Pd. “Se tu hai appoggiato una determinata linea politica – dice Becchi – devi essere coerente, altrimenti la tradisci. Non so che altro termine adoperare. Pane al pane, vino al vino“.

Andrebbe cacciato, chiedono i conduttori? “No, si autoelimina da solo perché la linfa vitale del Cinque Stelle è combattere la partitocrazia e non ci si può alleare col Pd”.

Ma Currò, ancora una volta, ha un’opinione differente al riguardo. Conversando con i giornalisti, “l’aperturista” dei 5 Stelle, smentisce di aver intenzione di abbandonare il gruppo M5s per migrare verso il gruppo misto. E le indiscrezioni circolate in tal senso, nei corridoi di Montecitorio, sono assolutamente “prive di fondamento”.

Intanto Becchi, alla Zanzara boccia pure l’idea di un Romano Prodi al Quirinale: “Lo vedo come fumo negli occhi, ce lo chiede l’Europa, ma vaffa…sarebbe un disastro per l’Italia, per tutti”. E conclude: “Datemi tutti i nomi, non quello lì”.