Le Province abolite “risorgono” negli enti intermedi

Pubblicato il 13 Settembre 2011 - 12:31 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il governo ha approvato lo scorso venerdì il disegno di legge costituzionale per la “soppressione degli enti intermedi” e le province del Nord Italia sono insorte, tanto che i ministri Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Giulio Tremonti hanno convocati i loro presidenti a Villa Reale di Monza, la nuova sede periferica dei ministeri delle riforme, della Semplificazione e dell’Economia, sede ritenuta illegittima dal capo dello stato, per individuare un ente intermedio che coordini i comuni.

Le province abolite dunque stanno già risorgendo, ma l’idea di una semplice e libera associazione tra i Comuni non era adeguata e così Leonardo Muraro, coordinatore delle province venete, uscito dal vertice annuncia un secondo comma all’articolo 2 che sancisce il potere della regione di istituire sul territorio comunale delle forme associative per i comuni che ricoprono una vasta area, associazione che avranno un presidente delle’ente intermedio tra comune e regione incaricato da elezione diretta”.

Guai a parlare di province, ma l’ente intermedio è intoccabile per quelle entità che “dovranno avere almeno 300mila abitanti ed essere superiori ai tremila metri quadrati. Nei nuovi enti si concentreranno organismi, agenzie regionali e consorzi”, ha precisato Muraro, che tra le competenze da sottrarre ai comuni indica le autorità di bacino, i consorzi per le acqua e le società partecipate. Arrivano dunque gli indispensabili enti intermedi, ma guai a parlare di province: quelle sono state abolite.