Matteo Renzi: “Certo che voglio prendere i voti della destra”. Poi attacca il Pd e Di Maio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Settembre 2021 - 15:30 OLTRE 6 MESI FA
matteo renzi destra

Matteo Renzi: “Certo che voglio prendere i voti della destra”. Poi attacca il Pd e Di Maio (foto ANSA)

“I sondaggi passano le idee restano. Inseguire le idee non i like. Renzi vuole prendere i voti della destra? Sì, sennò la prossima volta perdiamo”. Parola di Matteo Renzi nell’intervento di chiusura della scuola di politica di Italia Viva a Ponte di Legno.

Matteo Renzi e la strategia di Italia Viva

“I sondaggi passano, le idee restano. Bisogna inseguire le idee, non i like”, dice il senatore, ricordando concetti già espressi in passato. “Ricordo che c’era chi si stupiva quando diceva che bisognava prendere i voti della destra della destra. ‘Renzi vuole i voti della destra?’. Sì, sennò la prossima volta perdiamo“, aggiunge. “Prendere i voti degli altri significa scommettere di essere capaci di prendere voti non solo dal proprio elettorato. Ecco perché -dice riferendosi alla situazione politica in Germania- oggi l’Spd può esprimere la futura cancelleria tedesca, perché punta a prendere l’eredità della Merkel. I socialdemocratici in Germania fanno bene perché inseguono le idee e non i like. I sondaggi passano, le idee permangono. Se volete fare politica, ragazzi, sappiate usare i social ma siate solidi: fate zoom, non clic”.

Renzi loda Draghi e attacca il Pd e Di Maio

Il leader di Italia Viva ripercorre le tappe fondamentali della legislatura. Rivendica di aver fatto saltare l’accordo tra M5S e Pd che avrebbe portato nel 2018 l’attuale ministro degli Esteri a Palazzo Chigi. Si intesta la nascita del governo giallo-rosso e la caduta di Conte a inizio 2021 che ha aperto la strada a Mario Draghi. “Chi sono quelli di Italia Viva? Anche se non esisteva un partito, c’era il coraggio e nel 2018 abbiamo impedito che Di Maio diventasse presidente del Consiglio. Maurizio Martina, all’epoca segretario del Pd, e il gruppo dirigente erano pronti a dargli i voti per fare il premier, con Martina stesso vice premier. Con Salvini spedito a capo delle opposizioni, a urlare nelle piazze contro il gioco di potere. Sarebbe stato un suicidio non assistito”.