Politici a tavola: la Brambilla ama le ostriche, la Bindi il whisky, Maroni ha il “palato fine”

Pubblicato il 5 Settembre 2011 - 16:24 OLTRE 6 MESI FA

Michela Vittoria Brambilla (foto Lapresse)

ROMA – C’è il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla che anche a pranzo ordina ostriche, c’è la pd Rosy Bindi che è un’intenditrice di vini e whisky e il leghista al Viminale Roberto Maroni che invece ha il palato fine. I politici a tavola non si risparmiano né con il cibo e, a detta dei ristoratori di fiducia, nemmeno con il conto.

Pagano quanto assaggiano, non provano a grattare qualche euro a fine cena e alla fine apprezzano anche la buona cucina e il bere. Filippo La Mantia, noto chef che lavora nella capitale a pochi passi dai palazzi della politica, assicura al quotidiano Il Giornale che il suo cliente più competente è il ministro leghista dell’Interno Maroni: “Ha il palato fine, è disposto ad imparare. Sa quello che vuole e mangia con gusto”.

Il più capriccioso, stando sempre ai racconti del cuoco, sarebbe Paolo Romani con la fissazione di “personalizzare i piatti”. Appassionati della cucina di Antonello Colonna sono invece Massimo D’Alema, Stefano Rodotà e “anche se non è un politico Bruno Vespa che quando viene a mangiare vuole essere una persona informata sui fatti”.

Gusti particolari esclusi lo chef Enrico Pierri un profilo tipo del politico davanti al piatto lo stila così: “Adesso amano anche i gusti nuovi, fermo restando la predilezione per la riconoscibilità dei sapori: piatti semplici, al massimo tre ingredienti”.