Subito una manovra da 25 miliardi: la cura Monti parte dall’Ici

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 14 Novembre 2011 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – In attesa che il professor Monti sciolga la riserva (già stasera potrebbe formalizzare l’accettazione dell’incarico), si comincia a parlare di una nuova manovra da 25 miliardi. E’ una lotta contro il tempo, visto che l’agenda è imposta dai mercati e dalle scadenze sui conti. Oggi è prevista una delicata asta per la collocazione di Btp quinquennali, per un importo compreso tra 1,5 e 3 miliardi. Solo l’annuncio dell’arrivo di Monti ha fatto sì che lo spread dei titoli di stato con il bund tedesco è calato di 100 punti: l’incarico lampo offerto da Napolitano è servito a rassicurare i mercati all’apertura di lunedì mattina delle Borse. Adesso tocca a Monti. Che agirà con un decreto immediato per la messa in sicurezza dei conti, seguito dalle misure per promuovere la crescita. Sotto l’occhio vigile degli osservatori della Commissione europea.

Risanamento ed equità sociale”, sono i principi ispiratori citati dall’ex rettore della Bocconi. Ancora tagli sono alle viste, soprattutto in considerazione della diversa valutazione della Ue sui nostri conti. La mancata crescita delinea un percorso di rientro del debito più tortuoso da quello immaginato dal governo uscente. Il rapporto deficit/Pil sarà dell’1,2% nel 2013 al posto del pareggio di bilancio. Maggiore dello 0,7% delle previsioni, uno scollamento che vale circa 11 miliardi. Cui va aggiunta un’altra decina di miliardi volatilizzatisi negli ultimi mesi di bufera finanziaria per effetto dell’aumento della spesa per gli interessi sul debito.

Le soluzioni che si fanno strada sono state già discusse. Si punta ai 3,5 miliardi di gettito dalla reintroduzione dell’Ici, la tassa sulla prima casa. Magari utilizzando una tassazione più organica, sul modello francese, con accorpamento dell’imposta sull’abitazione al canone tv e alla tassa sui rifiuti. E di una patrimoniale, associata o alternativa all’Ici, se ne discuterà, anche tenendo presente il principio dell’equità sociale di cui ha fatto cenno il professor Monti. Sulle cifre non risulta alcuna indiscrezione.

Su pensioni e mercato del lavoro, Monti vuole prima incontrare le parti sociali, ma modifiche sui punti sensibili saranno prese in esame, anche da subito. Sul tavolo ci sono le misure approvate nel decreto di stabilità, eredità del governo uscente. Pubblicamente poco noto è rimasto il capitolo sull’età effettiva di pensionamento che salirà per gli uomini dipendenti del settore privato e delle donne del settore pubblico a 66 anni e tre mesi (66 e nove mesi per gli autonomi e 61 e tre mesi per le donne del privato). Quota 67 per tutti sarà quindi raggiunta in anticipo rispetto alla data fissata al 2026 dai precedenti interventi legislativi.