Il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica. Segui la diretta su Blitz Quotidiano

Pubblicato il 31 Dicembre 2010 - 20:43 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

Dal palazzo del Quirinale a reti unificate, il presidente della Repubblica Giogio Napolitano si è rivolto soprattutto ai giovani. Con un saluto alle italiane e agli italiani di ogni generazione il presidente ha iniziato un discorso «Dedicato ai giovani che vedono il tempo delle scelte e cercano occupazione». Ha loro ha detto che «i problemi che sentono sono gli stessi che si pongono per futuro dell’Italia». Il presidente ha espresso a più riprese la sua preoccupazione per i malesseri del paese, stigmatizzando, come già nei mesi scorsi, «il distacco allarmate tra politica, società, forze sociali e giovani generazioni». Nel suo discorso Napolitano ha ribadito l’esigenza di uno «spirito di condivisione delle sfide» definendolo lo strumento affinché si possa fare un«salto di qualità della politica» Seguilo in diretta su Blitz Quotidiano.

20.54: Giorgio Napolitano si rivolge ai giovani: ”A tutti rivolgo ancora la più netta messa in guardia contro ogni cedimento alla tentazione fuorviante e perdente del ricorso alla violenza”. Nel suo messaggio di fine anno agli Italiani il capo dello Stato invita ” ogni ragazza e ragazzo delle nostre Università a impegnarsi fino in fondo, a compiere ogni sforzo per massimizzare il valore della propria esperienza di studio, e li invito a rendersi protagonisti, con spirito critico e seria capacità propositiva, dell’indispensabile rinnovamento dell’istituzione Università e del suo concreto modo di funzionare”.

20.53, E’ ”essenziale operare su tutti i piani per sanare la storica ferita di quel divario tra Nord e Sud che si va facendo perfino più grave, mentre risulta obbiettivamente innegabile che una crescita più dinamica dell’economia e della società nazionale richiede uno sviluppo congiunto, basato sulla valorizzazione delle risorse disponibili in tutte le aree del paese”. Lo afferma Giorgio Napolitano in un passaggio del suo messaggio di fine anno agli Italiani.

20.52, ”Sono convinto che nelle nuove generazioni sia radicato il valore dell’unità nazionale, e insieme il valore dello Stato unitario come presidio irrinunciabile nell’era del mondo globale. Uno Stato, peraltro, in via di ulteriore rinnovamento secondo un disegno di riforma già concretizzatosi nella legge sul federalismo fiscale. Sarà essenziale attuare quest’ultima in piena aderenza ai principi di “solidarietà e coesione sociale” cui è stata ancorata”. Lo afferma il Capo dello Stato nel messaggio di fine anno agli Italiani .

20.51, ”Celebrare quell’anniversario, come abbiamo cominciato a fare e ancor piu’ faremo nel 2011, non e’ un rito retorico. Non possiamo come Nazione pensare il futuro senza memoria e coscienza del passato. Ci serve, ci aiuta, ripercorrere nelle sue asprezze e contraddizioni il cammino che ci porto’ nel 1861 a diventare Stato nazionale unitario, ed egualmente il cammino che abbiamo successivamente battuto, anche fra tragedie sanguinose ed eventi altamente drammatici”. Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un passaggio del suo discorso di fine anno.

20.50: ”E’ patrimonio vivo quello del superamento di prove meno remote e già durissime, come il liberarci dalla dittatura fascista, il risollevarci dalla sconfitta e dalle distruzioni dell’ultima guerra, ricostruendo il paese e trovando l’intesa su una Costituzione animata da luminosi principi”. Lo sottolinea Giorgio Napolitano in un passaggio del suo messaggio di fine anno agli Italiani.

20.49: ”Abbiamo bisogno di non nasconderci nessuno dei problemi e delle dure prove da affrontare : proprio per poter suscitare un vasto moto di energie e di volonta’, capace di mettere a frutto tradizioni, risorse e potenzialita’ di cui siamo ricchi. Quelle che abbiamo accumulato nella nostra storia di centocinquant’anni di Italia unita”. Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo tradizionale discorso di fine anno.

20.48, Ok fiducia ma non solo discorsi rassicuranti. ”Proprio perche’ non solo speriamo, ma crediamo nell’Italia – sottolinea il Capo dello Stato – e vogliamo che ci credano le nuove generazioni, non possiamo consentirci il lusso di discorsi rassicuranti, di rappresentazioni convenzionali del nostro lieto vivere collettivo. C’e’ troppa difficolta’ di vita quotidiana in diverse sfere sociali, troppo malessere tra i giovani”.

20.47, Futuro per i giovani o scacco alla democrazia. ”Se non apriamo a questi ragazzi nuove possibilita’ di occupazione – prosegue Napolitano – e di vita dignitosa, nuove opportunita’ di affermazione sociale, la partita del futuro e’ persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia : ed e’ in scacco la democrazia”.

20.46, Per competizione con Ue servono riforme. Reggere la competizione in Europa e nel mondo, accrescere la competitivita’ del sistema-paese, comporta per l’Italia il superamento di molti ritardi, di evidenti fragilita’, comporta lo scioglimento di molti nodi, riconducibili a riforme finora mancate. E richiede coraggio politico e sociale, per liberarci di vecchie e nuove rendite di posizione, cosi’ come per riconoscere e affrontare il fenomeno di disuguaglianze e acuti disagi sociali che hanno sempre più accompagnato la bassa crescita economica almeno nell’ultimo decennio”. Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso del tradizionale messaggio di fine anno.

20.45, La disoccupazione sia l’assillo per il futuro. ”Gli ultimi dati ci dicono che le persone in cerca di occupazione sono tornate a superare i due milioni, di cui quasi uno nel Mezzogiorno ; e che il tasso di disoccupazione nella fascia di eta’ tra i 15 anni e i 24 – ecco di nuovo il discorso sui giovani, nel suo aspetto piu’ drammatico – ha raggiunto il 24,7 per cento nel paese, il 35,2 nel Mezzogiorno e ancor piu tra le giovani donne. Sono dati che debbono diventare l’assillo comune della Nazione”. Lo afferma il Capo dello Stato nel corso del suo discorso di fine anno. ”Disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza – prosegue – impoverimento di ceti operai e di ceti medi, specie nelle famiglie con piu figli e un solo reddito. E ripresa della disoccupazione, sotto l’urto della crisi globale scoppiata nel 2008”.

20.44, Auspico confronto costruttivo sul tema del lavoro. ”Vorrei fosse chiaro che parlo di una strategia, e parlo di priorita’, da far valere non solo attraverso l’azione diretta dello Stato e di tutti i poteri pubblici, ma anche attraverso la sollecitazione di comportamenti corrispondenti da parte dei soggetti privati. Abbiamo, cosi’, bisogno non solo di piu’ investimenti pubblici nella ricerca, ma di una crescente disponibilita’ delle imprese a investire nella ricerca e nell’innovazione. Passa anche di qui l’indispensabile elevamento della produttivita’ del lavoro : tema, oggi, di un difficile confronto – che mi auguro evolva in modo costruttivo – in materia di relazioni industriali e organizzazione del lavoro”. Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un passaggio del discorso di fine anno dove senza citarla si fa riferimento alla Fiat.

20.43, Giudizi sull’operato del governo non spettano a me. ”Vorrei fosse chiaro che sto ragionando sul da farsi nei prossimi anni ; giudizi sulle politiche di governo non competono al Capo dello Stato, ma appartengono alle sedi istituzionali di confronto tra maggioranza e opposizione, in primo luogo al Parlamento”. Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel tradizionale messaggio di fine anno.

20.42: ”Si debbono o no, fare salve risorse adeguate, a partire dai prossimi anni, per la cultura, per la ricerca e la formazione, per l’Universita’? Che questa scelta sia da fare, lo ha detto il Senato accogliendo espliciti ordini del giorno in tal senso prima di approvare la legge di riforma universitaria. Una legge il cui processo attuativo – colgo l’occasione per dirlo a coloro che l’hanno contestata – consentira’ ulteriori confronti in vista di piu’ condivise soluzioni specifiche, e potra’ essere integrato da nuove decisioni come quelle auspicate dallo stesso Senato”. Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel corso del tradizionale messaggio di fine anno.

20.41, Mettere mano alla riforma del fisco. ”Affrontare il problema della riduzione del debito pubblico e della spesa corrente, così come mettere mano a una profonda riforma fiscale, vuol dire compiere scelte significative anche se difficili”. Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel tradizionale messaggio di fine anno.

20.40, Doveri di tutti pagare le imposte. ”Trovare la via per abbattere il debito pubblico accumulato nei decenni – prosegue il Capo dello Stato – e quindi sottoporre alla piu’ severa rassegna i capitoli della spesa pubblica corrente, rendere operante per tutti il dovere del pagamento delle imposte, a qualunque livello le si voglia assestare. Questo dovrebbe essere l’oggetto di un confronto serio, costruttivo, responsabile, tra le forze politiche e sociali, fuori dall’abituale frastuono e da ogni calcolo tattico”.

20.39, L’abnorme debito pubblico non gravi sulle spalle dei giovani. ”Nelle condizioni dell’Europa – spiega Napolitano – e del mondo di oggi e di domani, non si danno certezze e nemmeno prospettive tranquillizzanti per le nuove generazioni se vacilla la nostra capacita’ individuale e collettiva di superare le prove che gia’ ci incalzano. Tanto meno, ho detto, si puo’ aspirare a certezze che siano garantite dallo Stato a prezzo del trascinarsi o dell’aggravarsi di un abnorme debito pubblico. Quel peso non possiamo lasciarlo sulle spalle delle generazioni future senza macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale”.

20.38: L’Italia non deve ”sfuggire agli imperativi sia della sostenibilita’ della finanza pubblica sia della produttivita’ e competitivita’ dell’economia e piu’ in generale del sistema-paese”. Lo dice il presidente della repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno.

20.37, Ue agisca unita contro l’attacco all’euro. L’Europa deve essere in grado di ”agire davvero come Unione”. Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno. L’Europa, sostiene il capo dello Stato, deve essere ”Unione di Stati e di popoli, ricca della sua pluralita’, e forte di istituzioni che sempre meglio le consentano di agire all’unisono, di integrarsi piu’ decisamente”. ”Solo cosi’ – osserva – si potra’ non solo superare l’attacco all’Euro e una insidiosa crisi finanziaria nell’Eurozona, ma aprire una nuova prospettiva di sviluppo dell’economia e dell’occupazione nel nostro continente, ed evitare il rischio della sua irrilevanza o marginalita’ in un mondo globale che cresca lontano da noi”.

20,36: ”Siamo tutti chiamati a far fronte ancora alla sfida della pace, sempre messa a dura prova da persistenti e ricorrenti conflitti e da cieche trame terroristiche : della pace e della sicurezza collettiva, che esigono tra l’altro una nuova assunzione di responsabilita’ nella Comunita’ Internazionale da parte delle grandi potenze emergenti”. Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno.

20.35: ”Se il sogno di un continuo progredire nel benessere, ai ritmi e nei modi del passato, e’ per noi occidentali non piu’ perseguibile, cio’ non significa che si debba rinunciare al desiderio e alla speranza di nuovi e piu’ degni traguardi da raggiungere nel mondo segnato dalla globalizzazione”. Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno.

20.34, Non facciamoci paralizzare dalla crisi. ”Siamo stati anche nel corso di quest’anno 2010 dominati dalle condizioni di persistente crisi e incertezza dell’economia e del tessuto sociale, e ormai da qualche tempo si e’ diffusa l’ansia del non poterci piu’ aspettare – nella parte del mondo in cui viviamo – un ulteriore avanzamento e progresso di generazione in generazione come nel passato. Ma non possiamo farci paralizzare da quest’ansia : non potete farvene paralizzare voi giovani”. Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno.

20.33: Nel suo discorso di fine anno, Giorgio Napolitano ribadisce ”l’esigenza di uno spirito di condivisione, da parte delle forze politiche e sociali, delle sfide che l’Italia e’ chiamata ad affrontare; e l’esigenza di un salto di qualita’ della politica, essendone in giuoco la dignita’, la moralita’, la capacita’ di offrire un riferimento e una guida”.

20.32: “Ribadisco l’esigenza dello spirito di condivisione. Essendo in gioco la moralità, la capacità di offrire un riferimento. Voi, cittadini, siete la politica perché la potete rinnovare partendo dai problemi che vi premono”.

20.31, Preoccupazione per i giovani. ”Non vi stupirete, credo, se dedico questo messaggio soprattutto ai piu’ giovani tra noi, che vedono avvicinarsi il tempo delle scelte e cercano un’occupazione, cercano una strada. Dedico loro questo messaggio, perche’ i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell’Italia”. Comincia cosi’ il discorso di fine anno del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato ribadisce la propria ”preoccupazione” per ”il malessere diffuso tra i giovani” e per il ”distacco ormai allarmante tra la politica, tra le stesse istituzioni democratiche e la societa’, le forze sociali, in modo particolare le giovani generazioni”.