Napolitano alla Scala: “Il 25 aprile festa di riunificazione nazionale”

Pubblicato il 24 Aprile 2010 - 17:59| Aggiornato il 3 Maggio 2010 OLTRE 6 MESI FA

“Si tratta di celebrare il 25 Aprile nel suo profondo significato nazionale. Così si stabilisce un ponte ideale con il prossimo centocinquantenario della nascita dello Stato unitario”. «Il 25 aprile non è solo Festa della Liberazione: è festa della riunificazione d’Italia». Queste le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell’atteso discorso al Teatro alla Scala per le celebrazioni del 25 aprile a cura dell’Anpi. Napolitano ha quindi citato una frase pronunciata un anno fa a Onna dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, presente anch’egli alla celebrazione.

“Debito verso chi sacrificò la vita per la patria”. “Il nostro Paese ha un debito inestinguibile verso quei tanti giovani che sacrificarono la vita per riscattare l’onore della patria”, sono le parole di Berlusconi ricordate da Napolitano, che ha definito il discorso di un anno fa a Onna “impegnativo” anche nella parte in cui dichiara rispetto per tutti i caduti, senza che questo significhi neutralità o indifferenza. “In effetti” ha commentato Napolitano, è in questo senso profondo che va celebrata la festa della Liberazione nazionale. Il capo dello Stato ha confessato la sua “sincera emozione” a intervenire a Milano alle celebrazioni del 25 aprile “per quel che Milano ha rappresentato in una stagione drammatica, in una fase cruciale della storia d’Italia.

“L’unità non è un mito obsoleto”. “Non si deve ridurre il movimento di liberazione a un’immagine sbiadita e a un oggetto di dispute astratte” è stato uno dei messaggi lanciati nel suo discorso dal capo dello Stato. “Solo se ci si pone fuori dalla storia e dalla realtà, si possono evocare con nostalgia, o tornare a immaginare, più entità statuali separate nella nostra penisola” ha detto il presidente della Repubblica. L’unità conquistata 150 anni fa “rappresenta una conquista e un ancoraggio irrinunciabile, non può formare oggetto di irrisione, né considerarsi un mito obsoleto, un residuo del passato”.

Il ricordo di Pertini. Il Presidente si è commosso poi quando ha ricordato il suo predecessore Sandro Pertini nelle sue azioni da partigiano. “E’ stato un onore per l’Italia, un onore per la Repubblica, avere tra i suoi presidenti Sandro Pertini”, ha detto. “L’omaggio che oggi gli rendo, anche con forte sentimento personale per il rapporto che ci fu tra noi, vorrei fosse però incitamento e auspicio per un nuovo, deciso impegno istituzionale, politico, culturale, educativo”.

“Uscire da contrapposizioni indiscriminate”. Napolitano ha quindi sottolineato che in Italia si sono accumulati “nei decenni” problemi complessi, “talvolta per eredità di un più lontano passato”, e per risolverli occorre “un grande sforzo collettivo, una comune assunzione di responsabilità”. Occorre, sottolinea, “uscire da una spirale di contrapposizioni indiscriminate”. L’esigenza di uno sforzo collettivo, ha sottolineato il capo dello Stato, “non può essere respinta, quello sforzo non può essere rifiutato” in particolare “tra forze di maggioranza e forze di opposizione”.

Dal presidente dunque la richiesta di “superare quell’insieme di contrapposizioni “che blocca il riconoscimento di temi e impegni di più alto interesse nazionale, tali da richiedere una limpida e mirata convergenza tra forze destinate a restare distinte in una democrazia dell’alternanza”. Occorre insomma creare “questo nuovo clima” e a ciò possono contribuire i cittadini, “può contribuire non poco il diffondersi tra gli italiani di un più forte senso dell’identità e dell’unità nazionale. Così ritengo giusto che si concepisca anche la celebrazione di anniversari come quello della Liberazione, dunque al di là degli steccati e delle quotidiane polemiche che segnano il terreno della politica”.

“Le condizioni sono ormai mature – ha concluso – per sbarazzare il campo dalle divisioni e incomprensioni a lungo protrattesi sulla scelta e sul valore della Resistenza, per ritrovarci in una comune consapevolezza storica della sua eredità più condivisa e duratura. Vedo in ciò una premessa importante di quel libero, lungimirante confronto e di quello sforzo di raccoglimento unitario di cui ha bisogno oggi il Paese, di cui ha bisogno oggi l’Italia”.

Berlusconi: “discorso apprezzabile e completo”. Il premier Berlusconi, all’uscita dal teatro ha definito “assolutamente apprezzabile” l”intervento del presidente della Repubblica. “Un discorso completo – ha aggiunto il presidente del consiglio – con delle annotazioni storiche che occorre far conoscere soprattutto alle nuove generazioni. Io avevo otto anni e ho vissuto quel periodo anche direttamente con la consapevolezza di ciò che stava accadendo”.

Berlusconi ha quindi spiegato di aver ringraziato Napolitano per la citazione del suo discorso di Onna: “Ho preparato anch’io una comunicazione per le televisioni che ho registrato ieri e di cui ho parlato al presidente della Repubblica”, ha detto. “L’accoglienza della sala al discorso del presidente, ha detto, ha sottolineato l’identità dei sentimenti e credo sia stato un modo assolutamente positivo, per certi versi eccezionale, di celebrare questa ricorrenza”. Berlusconi ha definito la celebrazione di oggi una “cerimonia commovente” in “un pomeriggio da ricordare”.

L’arrivo di Napolitano. Un lungo applauso aveva accolto alle 17 l’ingresso del Capo dello Stato Giorgio Napolitano al Teatro alla Scala . Ad accoglierlo all’ingresso era uscito il premier Berlusconi, giunto al teatro pochi minuti prima, che aveva detto ai giornalisti: «Sono radioso».

Il presidente della Repubblica ha ascoltato in piedi l’inno nazionale diretto da Daniel Baremboim. Alla sinistra del Capo dello Stato la vicepresidente della Camera Rosy Bindi, alla destra di Berlusconi il vicepresidente del Senato Vannino Chiti.

I politici in sala. In sala, oltre al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e a quello della Provincia, Guido Podestà, il sindaco di Milano Letizia Moratti e numerose personalità del mondo politico locale. Presenti anche molti esponenti politici del Pd, tra i quali Piero Fassino, e numerosi ex partigiani aderenti all’Anpi. Dai palchi si è levato anche il grido «Viva l’Italia!». Quindi una breve proiezione video su Arturo Toscanini, costretto dai fascisti a trasferirsi negli Stati Uniti dopo che si rifiutò di eseguire «Giovinezza».

La giornata di incontri del Capo dello Stato. Napolitano è arrivato in mattinata all’Auditorium di Milano per assistere al concerto «Il Canto Sospeso» in memoria di Luigi Nono, di cui ricorre il ventesimo anniversario della morte. Con lui il sindaco, Letizia Moratti, e il presidente della Provincia, Guido Podestà. Al termine del brano, il capo dello Stato ha avuto un colloquio con Podestà nella sede della Provincia, per poi recarsi in Prefettura per un incontro con alcuni lavoratori della azienda Agile ed ex Eutelia e con i dipendenti della Scala, che protestano per il decreto sulle fondazioni liriche.

La protesta. Nel pomeriggio ci sono stati momenti di tensione davanti al Teatro La Scala tra una cinquantina di lavoratori del teatro e gli agenti della polizia. Inizialmente i manifestanti hanno provato a mostrare uno striscione a pochi passi dal teatro milanese, poi sono stati invitati dagli agenti ad allontanarsi e si sono spostati dal lato di Palazzo Marino, sede del Comune, dove sono stati bloccati da altri agenti in tenuta antisommossa. I manifestanti hanno intonato “Va pensiero” e “Bella Ciao”.