Norma anti-Esposito: ok della Commissione Giustizia del Senato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Settembre 2013 - 17:28 OLTRE 6 MESI FA
Norma anti-Esposito: ok della Commissione Giustizia del Senato

Il giudice Antonio Esposito

ROMA – La Commissione Giustizia del Senato ha approvato la cosiddetta norma “anti-Esposito”, dal nome del magistrato che ha giudicato Silvio Berlusconi sul caso Mediaset. Se questa misura fosse già stata in vigore, per l’intervista a Il Mattino Antonio Esposito sarebbe stato oggetto di un’azione disciplinare. Il testo è passato con il no del M5s e Pd.

Con questo disegno di legge, che porta la firma del presidente della Commissione Giustizia del Senato Francesco Nitto Palma (Pdl), diventa un illecito disciplinare anche il “rendere dichiarazioni che per il contesto sociale, politico o istituzionale in cui sono rese, rivelano l’assenza dell’indipendenza, della terzietà e dell’imparzialità richieste per il corretto esercizio delle funzioni giurisdizionali”. Ma diventa illecito disciplinare anche “ogni altro comportamento idoneo a compromettere gravemente l’indipendenza, la terzietà e l’imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell’apparenza, nel contesto sociale o nell’ufficio giudiziario in cui il magistrato esercita le proprie funzioni”.

Nel provvedimento, appena approvato in Commissione Giustizia, si dice che tutti i procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della legge “sono rimessi al ministro della Giustizia e al procuratore generale presso la Corte di Cassazione per le proprie determinazioni in ordine all’eventuale esercizio dell’azione disciplinare e restano, conseguentemente, sospesi per sei mesi”. Nel testo si dice anche che il magistrato può essere trasferito d’ufficio nel caso in cui “per qualsiasi situazione non riconducibile ad un comportamento volontario del magistrato”, non possono, nella sede occupata, svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità.

Si sostituiscono cioè le parole “per qualsiasi causa indipendente dal loro colpa” (previste nella legge attualmente in vigore), con le seguenti: “Per qualsiasi situazione non riconducibile ad un comportamento volontario del magistrato”. Il ddl è stato approvato in Commissione mentre era riunito l’Ufficio di presidenza della Giunta del quale fanno parte diversi esponenti della Commissione Giustizia del Pd tra cui Felice Casson e Stefania Pezzopane. Secondo quanto si apprende il presidente Nitto Palma, primo e unico firmatario del testo, non avrebbe votato.