Parma: Federico Pizzarotti e la sua giunta fatta con calma

Pubblicato il 12 Giugno 2012 - 14:51 OLTRE 6 MESI FA

Federico pizzarotti (Lapresse)

PARMA – Federico Pizzarotti se la prende con calma. Alla sua Giunta mancano ancora quattro nomi e lui che dovrebbe prensentare la sua squadra giovedì spiega: “Non so se ce la farò”. Finora ha assegnato le deleghe all’Ambiente, a chi ha guidato la protesta contro la costruzione dell’inceneritore, alle Attività produttive e al Bilancio. Manca però l’Urbanistica, assessorato pesante, e quello alla Cultura. E la sera i grillini vanno a scuola di diritto amministrativo. Sessioni serali di diritto amministrativo per i venti consiglieri “totalmente sconosciuti – è il commento di Repubblica – senza studi legali alle spalle e zii e papà commercialisti, notai, avvocati, banchieri o industriali”. “La città aspetta con fiducia questo Pizzarotti”, garantisce Giorgio Pagliari, l’esponente del Pd disarcionato a un passo dalla candidatura, forse vincente. La scelta di Bersani ed Errani, il presidente della Regione, cadde infatti sulla proposta degli industriali: meglio Bernazzoli, “meglio l’usato sicuro che il salto nel buio”.

E a Parma aspettano: “Tanto peggio degli altri non può fare”. Anzi, i parmigiani hanno scelto volontariamente per un salto nel buio, e ne sembrano contenti, convinti delle loro buone ragioni. Scrive Repubblica:

Due signore al bar. Bracciali d’oro e buon appetito. Ines: «Non l’ho votato però mi sembra una brava persona». Letizia: «Io sì, più coglione di quegli altri non potrà mai essere». Più di quegli altri. Più di quel che hanno fatto chi mai avrebbe potuto osare? A Parma lo spreco è stato così ostentato, ossessivo, reiterato da trasformarsi in sostituto funzionale dell’apparato dei partiti. Si è proceduto ad appaltare la città agli architetti più arrischiati, a sotterrare per esempio il mercato centrale, e adesso persino la cicoria si deve acquistare sostando sulle scale mobili. Lo spreco è stato così macroscopico che il torrente Parma ha subìto in un punto in cui scorreva tranquillo e desolato una cura d’acciaio tubolare, un passaggio stellare chiamato ponte a Nord. Un modo per spendere.