Parti sociali, delusione e rabbia. Marcegaglia: “Non ci hanno detto nulla”. Camusso: “Così sciopero generale”

Pubblicato il 10 Agosto 2011 - 21:06 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un’ora e mezza a guardarsi negli occhi, parlare, e ricordarsi che la situazione è grave. Un’ora e mezza, però, senza decidere nulla di concreto. Dal tavolo tra governo e parti sociali ci si alza con la moltiplicazione dei forse e dei tavoli. Gianni Letta ne annuncia uno su liberalizzazioni e privatizzazioni. Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti spiegano che si “farà presto e bene” e che “forse” ci sarà un decreto legge straordinario il 18 agosto.

Dubbi, insomma. Dubbi che alle parti sociali non piacciono. O meglio non piacciono né i dubbi né l’antipasto di provvedimenti che il governo si appresta a varare per raccogliere quei 35 miliardi che servono subito.

Alla fine ad esprimere la collettiva delusione è il leader degli industriali Emma Marcegaglia. Tutto con una dichiarazione che, scremata dagli obblighi della correttezza istituzionale suona più o meno così: “Non ci hanno detto nulla di quello che vogliono fare davvero”.

”Nella riunione di oggi – ha detto Marcegaglia – il governo ci ha comunicato che il 16 o il 18 agosto ci sara’ un Consiglio dei ministri che varera’ un provvedimento urgente, e non ci ha anticipato nei dettagli il contenuto di questi provvedimenti”.

”Abbiamo tutti condiviso – ha spiegato ancora Marcegaglia parlando sempre a nome di tutte le sigle di imprese e sindacati – che questa manovra deve essere di rigore ed equità, quindi con un chiaro taglio ai costi della politica ed alla articolazione complessa e costosa dello Stato, e ci devono stare principi nella logica dell’equità, come sulla tracciabilita’ dei pagamenti, perche’ e’ giusto che la lotta all’evasione fiscale sia in questo momento forte e chiara”. Servono poi ”misure di sostegno alla crescita, quindi liberalizzazioni, privatizzazioni, infrastrutture, semplificazioni e efficienza della pubblica amministrazione”.

Quanto al nodo della riforma del mercato del lavoro, la leader degli industriali spiega: ”Abbiamo tutti sottolineato che deve essere di totale, unica e esclusiva disponibilita’ delle parti, e abbiamo deciso che ci incontreremo tra noi presto”.

Ancora più dura è Susanna Camusso che, a conti fatti, non esclude lo sciopero generale: “Se lo schema della manovra, cosi’ come lo leggiamo dai giornali, verra’ confermato nel decreto proseguiremo la mobilitazione per cambiarla, senza escludere lo sciopero generale. Tempi e modi li decidera’ l’organizzazione”.

‘Noi abbiamo detto che non si può fare una manovra se non in totale equita’, devono pagare coloro che nella manovra precedente non l’hanno fatto”, ha spiegato Camusso. Quindi, ha aggiunto, rispondendo alle domande dei cronisti, che ”se non sara’ all’insegna dell’equita’ ci sara’ una mobilitazione”. E, a riguardo, ha sottolineato: ”Vedremo quali saranno i provvedimenti, se lo schema della manovra sono le anticipazione che sono apparse sui giornali, di cui il governo non ha parlato ma che non ha nemmeno smentito, credo che non ci sia altra risposta che lo sciopero generale”.

Quindi una stoccata al governo:  ”L’incontro non è stato all’altezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria”.

La sensazione, insomma, è che di tavoli ne servirebbero a decine. Non c’è però il tempo. I mercati non aspettano e il “forse” che ha preceduto l’annuncio del decreto del 18 agosto potrebbe pesare su Piazza Affari come un macigno.