Pd Lazio verso la sfida Gasbarra-Sassoli alle primarie

Pubblicato il 25 Novembre 2011 - 20:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 25 NOV – Che Enrico Gasbarra correra' alle primarie per la segreteria del Pd del Lazio e' praticamente una certezza. Ma su chi saranno gli avversari del deputato, ex presidente della Provincia di Roma, la partita e' ancora aperta. E prende piede l'ipotesi che alla fine in campo possa scendere anche l'eurodeputato David Sassoli. E su di lui potrebbe finire per convergere l'unico altro sfidante gia' noto, il deputato Giovanni Bachelet.

Alla vigilia dell'Assemblea regionale in cui, dopo mesi di dibattiti, si varera' ufficialmente l'iter delle primarie e sara' indicato il cronoprogramma che portera' all'indicazione da parte degli elettori del nuovo leader regionale (probabile il voto ai primi di febbraio), non si fermano le grandi manovre all'interno del Pd del Lazio. Manovre di riposizionamento, o di consolidamento, dopo che ieri pomeriggio nel coordinamento e' apparso impossibile al commissario Vannino Chiti trovare la quadra che avrebbe portato ad una elezione unanime di Gasbarra. Un esito che molti avevano auspicato.

Ecco dunque che proprio dall'ala franceschiniana, quella meno propensa ad accettare in blocco il 'rito abbreviato' plebiscitario dell'Assemblea e che ha fatto saltare il progetto di 'pax gasbarriana' (per il resto ampiamente condiviso), dovrebbe uscire un nome pronto a correre per la segreteria. E in questo momento, si dice nei corridoi del partito, Sassoli sarebbe in vantaggio su un altro esponente della stessa area, il consigliere regionale di Latina Claudio Moscardelli.

Sassoli ci starebbe pensando seriamente. E cosi' il deputato Giovanni Bachelet, vicino alla presidente del partito Rosy Bindi, che gode delle simpatie sia del vicepresidente Ivan Scalfarotto che di parte dell'area di Ignazio Marino, oltre che di un significativo movimento 'dal basso'. Eppure se Sassoli si candidasse, Bachelet potrebbe fare un passo indietro, come ha spiegato oggi alla radio: ''Per parecchio tempo mi sono comportato in modo disciplinato e speranzoso, ma da due anni ormai nel Lazio non si sa con chi parlare – ha affermato – Mi sembrava fosse il momento non necessariamente di vincere, ma almeno di stimolare un processo che ci desse un segretario in grado di governare con l'autorevolezza necessaria''. In ogni caso, chiarisce Bachelet, ''chiunque ricoprira' questo incarico si dovra' dimettere da parlamentare e non si dovra' candidare ne' alle prossime Politiche ne' alle Regionali''.

E mentre ambienti vicini a Bachelet sottolineano come il tema delle primarie, su cui oggi tutti si dicono d'accordo, nasca da lontano e dalla sua iniziativa, c'e' chi intravede invece nel suo possibile passo indietro segnali di riequilibrio del partito in ambito nazionale.

La posta e' altissima. Spetta al segretario regionale, infatti, compilare le liste elettorali. Ed ecco che si presenta un'altra incognita, quella dell'ala sinistra del partito, che di fronte a una sfida a due Gasbarra-Sassoli potrebbe decidere di schierare, a riequilibrio, una candidatura 'storica'. Qualcuno fa il nome di Walter Tocci, deputato ed ex vicesindaco di Roma. Prove generali, oltre che del prossimo Congresso, della partita piu' prestigiosa, quella per il Campidoglio che si decidera', a sinistra, anche sulla base degli equilibri che emergeranno da queste primarie dei democratici.