Pd, scoppia il caso Delbono: “Il nostro elettorato non tollera ombre”

Pubblicato il 24 Gennaio 2010 - 10:38 OLTRE 6 MESI FA

Flavio Delbono

«Sono molto sereno e rassicurato», in merito alle missioni istituzionali «abbiamo fornito ampi elementi per dimostrare l’uso corretto delle risorse pubbliche e abbiamo fornito anche documenti ed elementi testimoniali che possono attestare la correttezza del mio comportamento».

A parlare è il sindaco di Bologna Flavio Delbono all’uscita della Procura di Bologna a proposito dei viaggi vacanza pagati dalla Regione quando lui era vicepresidente e su quelli istituzionali, offerti, sempre a spese della  Regione, all’ex fidanzata ed ex segretaria personale Cinzia Cracchi che in quei giorni figurava in ferie.

Così, mentre la procura di Bologna potrebbe aprire un fascicolo anche a riguardo della società “Connex card technologies” di cui l’attuale sindaco è stato amministratore unico insieme all’amico Mirko Divani, lo stesso che risulta essere l’intestatario del misterioso bancomat di cui il sindaco aveva fatto omaggio durante la relazione a Cinzia Cracchi, a Bologna e a livello nazionale scoppia il caso Delbono.

Bologna è sempre stato il fiore all’occhiello della sinistra italiana, il simbolo del “comunismo emiliano” fondato su di un modello moralmente altenativo al malgoverno di Roma. Oggi il simbolo rischia di cadere per alcune storie probabilmente piccole dal punto di vista giudiziario ma grandissime per l’aspetto psicologico dei cittadini bolognesi e della loro identità. Con l’inchiesta di Delbono infatti, potrebbe crollare il profilo della città e il senso di diversità su cui si è appunto formata l’immagine di Bologna in tutti questi decenni, iniziata col sindaco del dopo Liberazione Giuseppe Dozza.

Pier Luigi Bersani

Oltre Bologna trema anche il Pd a livello nazionale. Il primo a temere per la roccaforte Emilia Romagna a sessanta giorni dalle regionali è il piacentino Pier Luigi Bersani, perché ora rischia di pagare chi in realtà non c’entra nulla, ossia il governatore uscente e ricandidato alla Presidenza Vasco Errani.

Il segreatrio del Pd, mentre è alle prese con gli affanni democratici in Campania, Calabria, Puglia e Umbria proprio non se l’aspettava una situazione del genere e si limita ad una dichiarazione cauta: «Nel merito dei fatti sarà la magistratura a verificare. Il nostro metodo è quello di sempre. D’altra parte Flavio continua a ribadire che chiarirà tutto».

A parlare è anche Sandra Zampa, deputata Pd e e portavoce di Romano Prodi: «Non siamo abituati a questi film e non vogliamo vederli. una quantità di lavoro, di fatica, di cose perbene possono essere danneggiate da una imperdonabile legerezza. Non possiamo permetterci sbavature di tipo etico e seppure su sesso e scandali Berlusconi ci ha abituato a ben altro, il nostro elettorato non tollera ombre». Anche Romano Prodi, amico di vecchia data di Delbono nonché suo sponsor, si era incontrato col sindaco una settimana fa: dopo quell’incontro il gelo.

Dopo il caso Marrazzo e ora il caso Delbono il Pd è alle prese con una questione morale interna? Al di là degli esiti giudiziari, le missioni all’estero e i bancomat allegri non possono essere rimossi con leggerezza: per questa ragione, nel “parlamentino” del Pd convocato lunedì 25 gennaio per discutere su regionali e riforme comparirà anche la questione morale.