Due anni di pensione “regalata” agli statali che se ne vanno a casa

Pubblicato il 3 Luglio 2012 - 17:47 OLTRE 6 MESI FA

Susanna Camusso (LaPresse)

ROMA – Una deroga alla legge Fornero. Una deroga che  vale  per quei dipendenti della pubblica amministrazione che matureranno entro la fine del 2013 i requisiti per andare in pensione con le vecchie regole ma che vale ed è “obbligatoria” anche per quei dipendenti “in eccedenza” che rischiano la mobilità: invece che mandarli a casa li si manda in pensione. Una deroga che “regala” due anni di pensione a una piccola percentuale di statali e che ai sindacati non basta e non va bene perché, è il pensiero di Susanna Camusso, “crea altre divisioni”.

L’annuncio arriva proprio dal leader della Cgil che dopo il tavolo con il Governo è critica sull’impianto generale della spending review ma sullo specifico della mobilità degli Statali spiega: ”Si è detto che si può mantenere la norma precedente per un periodo che va fino al 2013”.  La possibilità, precisa l’Ansa, varrebbe per il personale risultato in eccedenza per il quale, prima di attuare la mobilità per due anni, scatterebbe l’obbligo di pensionamento.

Alla leader della Cgil, comunque, la norma non va bene: ”Abbiamo detto con molta nettezza  che c”è un problema che riguarda tutti i lavoratori e le nuove norme pensionistiche: invitiamo il governo a non produrre ulteriori divisioni”.

In realtà è proprio l’impianto complessivo della spending review, nella parte in cui è previsto un taglio del 20% dei dirigenti e del 10% dei dipendenti statali a far imbufalire i sindacati. Per Cgil, Cisl e Uil ci sono solo “tagli” e sarebbero “tagli lineari”, quelli che i sindacati hanno sempre contestato anche all’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Così mentre Mario Monti durante il tavolo prova a rassicurare affermando che “Non ci saranno tagli con il machete” i sindacati capiscono subito l’aria che tira, aria non certo di concertazione, e alzano le barricate.

La reazione più dura è quella del segretario della Cgil che al termine del tavolo attacca: “Abbiamo trovato un governo reticente e criptico nel dire cosa intende mettere nel provvedimento che farà venerdì. Questo ci ha preoccupato”. Dalla Camusso, quindi, arriva un ”giudizio negativo” sul metodo e sul merito.

Giudizio negativo che viene confermato anche dal segretario della Uil Luigi Angeletti: “‘Non credo si possa evitare lo sciopero generale se ci saranno solo tagli lineari” come quelli annunciati sui pubblici dipendenti. Al cronista che gli chiede se i sindacati siano soddisfatti dell’incontro la risposta di Angeletti è secca: ”No”. Il segretario della Uil al termine del confronto con il Governo, spiega che ”hanno annunciato anche intenzioni che condividiamo, tipo accorpare le province oppure rivedere i costi per gli acquisti. Ma sono solo buone intenzioni, non dicono come lo faranno”.

E sul taglio dei dipendenti della Pubblica amministrazione Angeletti aggiunge: ”Noi abbiamo detto che che siamo disposti a discutere ma loro si sono rifiutati di farlo. Temiamo che alla fine, banalmente, saranno solo tagli lineari”. Sulla tempistica dell’intervento sul pubblico impiego aggiunge: ”Ci hanno detto che faranno valutazioni sulle varie amministrazioni e poi ci sara’ l’esito. Ma e’ talmente complicato che alla fine la cosa piu’ semplice sara’ fare i tagli lineari”.

Il ministro Elsa Fornero, però, intervenendo in un convegno contro la violenza sulle donne ribadisce la linea del governo, linea riassumibile in una sola frase: “Non ci sono soldi”. ”Le risorse che potranno essere mantenute sono davvero poche e saranno sempre meno – ha detto Fornero – La spending review è un esercizio di grande severità e rigore finanziario. La domanda  che dobbiamo porci è se si può ridurre e migliorare il rapporto costi-benefici. Tutto è passato al setaccio”.