Bersani di lotta e di governo: “Prima batto Renzi poi Monti”

Pubblicato il 27 Novembre 2012 - 15:23 OLTRE 6 MESI FA
Pierluigi Bersani (Foto Lapresse)

ROMA – Bersani di lotta: “Se perdo contro Renzi con 9 punti di vantaggio, allora sono un pollo”. E Bersani di governo, anche se stavolta non è una dichiarazione esplicita ma implicita intenzione: subito dopo batto Monti. Anche senza prendere le parti dell'”antimontismo”. Quello alla Di Pietro, per capirci, che infatti secondo Bersani non sarà un alleato di un eventuale governo di centrosinistra.

Nove punti di vantaggio su Matteo Renzi, Bersani sembra convinto di vincerle queste primarie. “Altrimenti sarei un pollo”, dice. “Penso di vincerle io le primarie, anche se riconosco a Renzi una presenza forte, uno stimolo importante”, ha detto Bersani. “Se perdo con nove punti di vantaggio? Sarei un pollo. Ma spero di non uscirne così”.

Secondo Bersani, poi, le regole devono rimanere invariate in vista del ballottaggio. ”Ci sono regole approvate in assemblea da tutti. Non si cambiano le regole in corsa perché primo bisogna avere la certezza della platea e poi a chi ha votato al primo turno non si pò’ dire che abbiamo scherzato. Le primarie sono aperte ma non sono un porto di mare”.

Il “tic” di Renzi. ”E’ un tic, sgradevole ma un tic. Ma sono convinto che siamo nella stessa squadra perchè la squadra va bene”. Così Pier Luigi Bersani considera la tendenza di Matteo Renzi a separare la sua squadra da quella di Bersani.

Imu alla Chiesa. Bersani parla rispondendo alle domande dei lettori del Corriere. Uno di loro chiede se, una volta eletto, farebbe pagare l’Imu alla Chiesa. ”Certo che sì ma starei attento che queste misure giuste non colpiscano chi sta dando una mano, come la Caritas, che stanno tenendo il fronte di una crisi drammatica. Va bene che la Chiesa paghi ma non dobbiamo danneggiare il privato sociale, sia religiose sia no. Se vado a Palazzo Chigi sono loro, la Caritas come l’Arci, i primi che voglio incontrare nella sala verde”.

D’Alema è stato trattenuto dal fatto di essere tirato troppo per la giacca, ma ora posso dirlo: a me che lui non avesse intenzione di candidarsi lo aveva detto molto tempo prima”. Così Bersani torna sull’addio di D’Alema e Veltroni al Parlamento. ”L’esperienza non va buttata via – sostiene Bersani – anche se per persone come Veltroni e D’Alema, far politica non coincide con l’essere in Parlamento. Per esempio: uno come Walter Veltroni è uno dei fondatori del Pd, si impegna in battaglie contro la criminalità, vogliamo buttare un’esperienza così? D’Alema è il presidente delle fondazioni progressiste e dei socialisti, c’è un altro che può farlo? Cerchiamo di dare una dimensione alle cose. Detto questo, garantisco che gira la ruota”.

“Improbabile” l’alleanza con l’Idv. ”La vedo molto improbabile…Dopo l’arrivo di Monti, l’Idv ha fatto una scelta molto chiara contro Monti e Napolitano. E’ legittimo ma è un’altra parte da quella dei progressisti. Io prendo atto ma non possiamo fare un’alleanza e poi litigare il giorno dopo se andiamo al governo insieme”.