Acqua? Privatizzazione bis. Rispunta nel “pacchetto Monti”

Pubblicato il 16 Febbraio 2012 - 18:43 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La privatizzazione dell’acqua rispunta nel “pacchetto Monti”, che dovrà essere convertito in legge nei prossimi giorni. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, negli emendamenti al decreto privatizzazioni presentati al Senato ci sarebbe un tentativo mascherato di riproporre la privatizzazione dei servizi idrici.

A guidare la manovra al Senato sarebbero, secondo il Fatto, Enzo Ghigo (Pdl) e i democratici Morando e Bosone. La battaglia si disputa sull’articolo 25 del decreto Monti che ha dato seguito agli ultimi provvedimenti di privatizzazione dei servizi pubblici locali del precedente esecutivo.

“Degni di nota – scrive il Fatto – sono tre emendamenti, che puntano alla privatizzazione forzata dell’acqua. L’articolo quattro del decreto 138 di Ferragosto introduceva in sostanza l’obbligo per i comuni di cedere ai privati le aziende ancora pubbliche incaricate di gestire i servizi pubblici. In quell’articolo, nell’ultimo comma, il governo escludeva però il servizio idrico dalla ventata di privatizzazioni. Almeno tre emendamenti presentati oggi in Senato puntano ad eliminare questa esclusione, con il conseguente obbligo di cessione della gestione degli acquedotti ai privati”.

Enzo Ghigo (Pdl), firmatario degli emendamenti 25.62 e 25.119, parla di liberalizzazione del servizio idrico per evitare, secondo il Fatto, l’uso del termine privatizzazione, “da attuare solo qualora l’iniziativa pubblica non risulti idonea a garantiure i bisogni della comunità”. Nel secondo emendamento invece, sarebbe più diretto, riproponendo tout court la legge Ronchi-Fitto (il cui articolo 18 bis è stato abrogato dal referendum).

Enrico Morando (Pd), firmatario dell’emendamento 25.0.2, chiede l’inserimento di un articolo 25 bis per la revisione della tariffa dell’acqua reintroducendo, secondo il Fatto, parte della remunerazione del capitale investito, anche questa abrogata dalla consultazione referendaria.

Daniele Bosone (Pd) con l’emendamento 25.105 propone che i servizi idrici possano essere gestiti solo da società di capitale. Riproponendo così una norma contenuta nella bozza del decreto Monti, poi cassata dopo l’opposizione del movimento per l’acqua pubblica.