Quanto paghiamo di tasse? Berlusconi dice di meno, il Pd dice di più

Pubblicato il 6 Febbraio 2010 - 17:31 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è sicuro: «Abbiamo abbassato le tasse, togliendo l’Ici e togliendo 2 miliardi alle imprese». Il Pd risponde che ad oggi ci sono più tasse e che «come al solito il presidente Berlusconi prende in giro gli italiani».

Il premier lancia la pietra e non nasconde la mano, facendo tutto per telefono. Questa mattina, 6 febbraio, Berlusconi è intervenuto all’inaugurazione dell’autostrada pedemontana lombarda, rimarcando che «nonostante la crisi» l’Italia ha un governo che ha continuato a lavorare per il bene degli italiani: «non abbiamo aumentato le tasse e sosteniamo le famiglie e chi ha perso il lavoro».

Le cose devono essere cambiate di molto dal novembre scorso quando il ministro dell’Economia Giulio Tremonti disse ai colleghi di governo: «Ma qui è un miracolo se non siamo costretti ad alzare le tasse. Non possiamo spendere più di quel che abbiamo, né permetterci passi falsi. E voi per primi dovete impegnarvi ad evitare agguati ed assalti alla diligenza».

Il presidente del Consiglio ha assicurato che gli interventi di alleggerimento degli oneri economici delle famiglie non sono terminati, e in particolare «Il rilancio del nucleare e di tutte le fonti alternative farà si che le bollette siano più leggere per gli italiani e per le imprese». Secondo il premier, inoltre, «in Europa ci sono Paesi in situazioni abbastanza preoccupanti, noi invece ce la stiamo cavando meglio di tutti gli altri». E l’operato del governo, ha ribadito Berlusconi, viene notato e premiato dagli elettori: «I sondaggi in Lombardia dicono che la nostra coalizione ha il doppio dei voti della sinistra».

Un’auto-sviolinata che fa infuriare il Pd. A rispondere è Pier Luigi Bersani, che conti alla mano attacca Berlusconi: «Non so in quale paese vive. Da quando il governo ha detto che la crisi era passeggera e psicologica, abbiamo 700 mila disoccupati in più, un milione di persone sotto ammortizzatori sociali e decine di migliaia di piccole imprese saltate o a rischio di saltare». «Questi sono problemi che – secondo il segretario del Pd – si devono affrontare con un piglio più deciso e non raccontando fantasie». Riguardo le tasse, per Bersani «sono cresciute e siamo arrivati al 23 giugno come giorno in cui finiamo di lavorare per lo Stato. È un record».

A Stefano Fassina, responsabile per il Pd di Economia e lavoro, il compito di andare nel dettaglio: «Innanzitutto, è stato il governo Prodi a eliminare l’Ici al 60% delle famiglie – rivendica Fassina – in secondo luogo, il governo Berlusconi le tasse le ha aumentate a lavoratori e imprese, dal momento che ha eliminato numerose detrazioni fiscali, tra le quali: la detrazione del 55% per le ristrutturazioni edilizie finalizzate al risparmio energetico; la detrazione del 19% per gli acquisti di abbonamenti ai trasporti pubblici locali; la detrazione del 19% per le spese di aggiornamento degli insegnanti. Sono stati svuotati, mediante il click day, i crediti di imposta per ricerca e innovazione, e per gli investimenti nel Mezzogiorno».

Inoltre, ha aggiunto, «non è stato restituito il fiscal drag degli ultimi due anni ed è stata introdotta una pesante tassa sulle memorie virtuali dei dispositivi elettronici, quantificata, in media, in 100 euro l’anno a famiglia». «Infine, e soprattutto, il governo Berlusconi ha messo le mani nelle tasche degli italiani attraverso l’aumento delle tariffe dell’acqua e del gas, dei pedaggi autostradali, del costo dei biglietti dei treni e degli aerei, dei premi delle assicurazioni», ha insistito. «Non a caso, nonostante una recessione più pesante della media dell’area euro, abbiamo un’inflazione più alta», ha spiegato, «così i lavoratori perdono potere d’acquisto e le imprese competitività».