Nuove carte sul caso Ruby, le ragazze i travestimenti: “Vestite con le maglie del Milan per far piacere a Silvio”

Pubblicato il 17 Marzo 2011 - 09:50 OLTRE 6 MESI FA

Elisa Toti

MILANO – Alle feste del “bunga bunga” non ci si vestiva solo da poliziotte (come Barbara Guerra) o da infermiere, c’era chi andava con la maglia del Milan, per far piacere a Silvio Berlusconi. Questa, secondo ‘La Repubblica’, una delle confessioni delle Arcorine contenute in nuove carte del Rubygate, quelle messe a disposizione mercoledì mattina degli indagati Nicole Minetti, Lele Mora e Emilio Fede.

Carte in cui si leggono alcune conversazioni tra le ragazze “di Arcore” che potrebbero imbarazzare il Cavaliere. In un passaggio, ad esempio, sempre secondo le carte riportate da ‘Repubblica’, si legge la trascrizione di una telefonata via Skype tra Elisa Toti e Adriana Verdirosi in cui la prima dice: “Ahh Adriii… ideona per il balletto! Ci vestiamo da calciatrici del Milan”.

Il quotidiano diretto da Ezio Mauro dice che nelle carte sono contenute anche rivelazioni scottanti, particolari “che possono imbarazzare il premier in dibattimento” ma che “qui sono irreferibili”. Ne vengono riportati solo alcuni. Ad esempio un’altra dichiarazione della Toti in cui la collaboratrice di Publitalia dice: “Martedì gli ho detto che voglio dormire con lui se naturalmente non ha impegni ufficiali… si potrebbe fare una cosa…”.

Nelle carte,  secondo ‘Repubblica’, si evince anche che la Toti ha scritto nel corso del tempo almeno tre lettere a Silvio Berlusconi iniziandole con “Ciao amore”, “Ciao tesoro” e “Ciao Silvio”. E tutte le missive, secondo Repubblica, sono finalizzate ad avere da Berlusconi un aiuto per essere inserita “in un canale completamente nuovo tutto al femminile…di cui mi potrei occupare”.

In un’altra conversazione tra Florina Marincea e un’amica si parla dell’imminente apertura di un locale di Lap dance da parte di Lele Mora. Florina chiede all’amica se vuole andarci a lavorare, l’altra dice prima sì, poi domanda: “Dipende da che ragazze vuole”. La risposta è eloquente: “Serve un’amica che vuole fare la troia”.