Referendum anti-casta, 1,3 mln di firme per eliminare la diaria. Voto nel 2014?

Pubblicato il 10 Agosto 2012 - 09:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ha raccolto 1 milione 305 mila firme il referendum anti-Casta proposto dall’Unione popolare di Maria Di Prato e, se tutto va bene, saremo chiamati a votare nel 2014. Votare per abolire la diaria dei politici, ovvero quei soldi in più, circa 3.500 euro al mese, che i parlamentari prendono per la presenza in Aula. Finora il referendum è stato coperto da più di un sospetto: le firme non possono essere depositate l’anno prima delle elezioni, dunque si dovrà aspettare gennaio 2013. Ma una legge stabilisce che le firme non possano essere valide se raccolte prima di tre mesi dal loro deposito. Tutti cavilli che sembrano però essere stati superati, visto che la Di Prato ha consultato 11 giuristi esperti in diritto costituzionale.

Quindi il referendum dovrebbe farsi, e farsi nel 2014, con il deposito delle firme in cassazione a gennaio del 2014. Visto il lasso di tempo che manca l’Unione popolare sta anche pensando di riaprire la sottoscrizione. Ma ad ogni modo gli stessi organizzatori, Di Prato in testa, sperano in realtà che il referendum non si faccia, che davanti alla prospettiva di spendere 400 milioni per organizzarlo, i politici recepiscano il messaggio e si taglino da soli la diaria.

Al momento non arrivano molti messaggi confortanti da parte dei deputati, che sembrano fare orecchie da mercante. L’unico che sembra aver preso anche solo in considerazione l’importanza del referendum anti-casta è il deputato del Pd Arturo Parisi che dice: “Anche se il referendum che dovesse derivare da questa inziativa è destinato a produrre effetti solo nella prossima legislatura, l’iniziativa non può non interpellare ogni parlamentare invitando tutte le forze politiche a tradurre in legge già in questa legislatura la domanda fin qui raccolta. Dell’inziativa di UP si può valutare variamente il contenuto e la formulazione del quesito. Nessuno può tuttavia sottovalutare il rilievo della domanda raccolta. Più di un milione di cittadini che si è recato presso il proprio Comune e i banchetti per lasciare a verbale la propria passione e protesta ed è un dato che non può essere ignorato da nessuno”.