Referendum Nucleare, Romani: Decisione assurda

Pubblicato il 2 Giugno 2011 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”La decisione della Cassazione è assurda, il quesito referendario è paradossale”. Intervistato da Repubblica, il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani commenta così la sentenza della Corte di Cassazione, che ha stabilito che il 12 e 13 giugno si terrà il referendum sul nucleare ed in un’intervista al Messaggero parla di “follia” e “paradosso giuridico”.

“Il nuovo quesito abroga una norma che non prevede le centrali nucleari”, afferma Romani. “L’altro fatto, ancora più grave, è che noi abbiamo previsto di definire in futuro la nuova strategia energetica con un riferimento implicito alle rinnovabili. Pure questo punto verrebbe spazzato via”. Il ministro rivolge un appello” a Bersani, Di Pietro e ai referendari. Gli chiedo di essere onesti intellettualmente e di non prendere in giro i cittadini, perché questo ‘innovativo’ quesito referendario previsto ora dalla Cassazione non è più sul nucleare, che è stato abrogato dal governo, ma sulle questioni di sicurezza e sulle energie rinnovabili”.

Per Romani, la decisione della Cassazione “a voler pensar male sembra più una sentenza politica che la decisione di un organo che doveva valutare tecnicamente la legittimità o meno di un referendum”.

“La nostra intenzione – dice- era quella di togliere dal terreno del dibattito il problema delle centrali e di concentrarci sulla sicurezza. ma questi giudici ripropongono un quesito che non esiste più, mandando a votare i cittadini su una cosa inesistente. E’ una turlupinatura. Sono furioso”.