Regionali, Bersani: “Non canto vittoria ma non è sconfitta”

Pubblicato il 30 Marzo 2010 - 17:03 OLTRE 6 MESI FA

Pierluigi Bersani

«Non intendo cantare vittoria per l’esito delle elezioni ma neanche accettare una descrizione dei fatti di sconfitta del centrosinistra». Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha esordito nella conferenza stampa all’indomani del voto regionale.

«Se guardiamo i dati relativi alle coalizioni, risulta che dalle europee ad oggi abbiamo dimezzato le distanze dal centrodestra», ha proseguito Bersani, sottolineando che da questo computo viene escluso il rapporto con l’Udc.

«A gennaio – ha aggiunto Bersani – nessuno avrebbe scommesso che il centrosinistra avrebbe conquistato 7 regioni su 13».

«In queste elezioni pur complicate c’è un segno di una inversione di tendenza. Il Pd in un contesto di frantumazione di liste ha guadagnato un punto rispetto alle Europee, solo la Lega è l’altro partito avanzato dello 0,9%». Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, difende così il risultato delle Regionali. «Non voglio escludere i problemi – ammette Bersani – l’astensionismo che ha colpito nella stessa misura del centrodestra. C’è una difficoltà anche nostra ma questo non esclude la tenuta del Pd».

Il segnale che emerge da queste elezioni è quello «di una domanda implicita ma urgente di cambiamento verso una politica più semplice, onesta, concreta vicino ai cittadini. Un segnale per tutti». Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. «Per parte nostra – ha aggiunto – credo vada raccolta questa indicazione cercando di lavorare nel solco che abbiamo intravisto e da cui non ci allontaniamo». Per la creazione, ha concluso, «di un Pd sempre più partito popolare e anche visibilmente presente e dall’altro per la costruzione di un’alternativa che possa dare uno sbocco credibile all’esigenza di rinnovamento della politica».

«Chi governa ora ha la responsabilità di dire che strada vuole prendere. Ogni tavolo che affronta problemi vicini ai cittadini ci vedrà al tavolo. Altrimenti faremo una ferma opposizione». È l’atteggiamento che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, indica rispetto alla maggioranza all’indomani del voto regionale. «Se si vuole intraprendere – afferma Bersani – un cammino di svolta per indicare soluzioni vere agli italiani noi ci siamo. Se invece si vuole parlare di problemi lontani dai cittadini, noi denunceremo questo tipo di impostazione».

«Noi non siamo per il presidenzialismo ma per il rafforzamento del sistema parlamentare, che rafforzi il ruolo del Parlamento e del governo. Restiamo dell’idea che si debba partire dalla bozza Violante». Così Bersani ha replicato a distanza al premier Silvio Berlusconi, che pensa di rilanciare la riforma in senso presidenzialista. «In ogni caso – afferma Bersani – una discussione seria si fa in Parlamento e non ipotizzando i gazebo. Discutiamo anche di riforme istituzionali ma io sento l’urgenza drammatica di rispondere al disagio economico e sociale del Paese».

Bersani ha anche ringraziato la Bonino e la Bresso «che hanno combattuto al meglio e con generosità», ha poi aggiunto: «Penso che in generale abbiamo lavorato bene sia sulle candidature che sugli schieramenti». Per quanto riguarda Emma Bonino, ha sottolineato Bersani, «nessuno ci avrebbe portato più avanti». Bersani ha lodato anche Nichi Vendola sottolineando che «il Pd deve andare avanti nella riorganizzazione e tenere aperto il cantiere senza velleità di annessioni per vedere anche una convergenza strutturale con queste porte». «Ci lavorerò», ha concluso Bersani.