Calderoli consegna a Napolitano la prima bozza della riforma. Il Quirinale: “Ci sia larga condivisione”

Pubblicato il 7 Aprile 2010 - 17:58 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro Roberto Calderoli

Sono solo poche pagine generiche ma gli argomenti sono precisi: semipresidenzialismo alla francese, Senato federale, riduzione dei parlamentari, nuovo meccanismo per l’elezione dei membri della Consulta. Il percorso delle riforme si è appena avviato, ma già oggi, 7 aprile, Roberto Calderoli ha potuto portare un primo documento all’attenzione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

La forma di governo dovrebbe dirigersi verso il semipresidenzialismo alla francese; il bicameralismo perfetto scomparirebbe dal panorama istituzionale per lasciare il posto alla Camera che dà la fiducia al Governo e al Senato federale con altri compiti, portandosi assieme la riduzione del numero dei parlamentari. Per gli attuali senatori a vita, ci sarebbe invece il passaggio a “deputati a vita”: carica che però dovrebbe spettare solo ai Presidenti emeriti.

Con il semipresidenzialismo cambierebbe anche il meccanismo di nomina dei membri della Corte Costituzionale: il “nuovo” Presidente, con i poteri rafforzati, perderebbe il potere di indicare un terzo dei componenti, che a quel punto sarebbero indicati – sempre per un terzo – dai Presidenti delle Camere. Gli altri due terzi resterebbero di competenza per metà del Parlamento in seduta comune, per l’altra metà delle supreme magistrature. Ma per ora, precisano fonti di maggioranza, si tratta solo di un “giro d’orizzonte”, senza indicazioni vincolanti.

Ma con quale percorso verranno approvate queste riforme? In primo luogo l’accordo nella maggioranza su un testo più dettagliato, poi il confronto con i gruppi parlamentari, compresi quelli di opposizione, solo a quel punto, il testo dovrebbe concretizzarsi in un disegno di legge del Governo.

Napolitano, nell’incontro di oggi, 7 aprile, con il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli “ha ricordato e ribadito i punti di vista da lui ripetutamente espressi circa la necessità e le possibilità di ricerca della più larga condivisione in Parlamento delle scelte da compiere” sulle riforme, che è un “campo di speciale complessità e delicatezza”.