Roberto Giachetti, nuovo sciopero della fame per riforma legge elettorale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Ottobre 2013 - 19:19 OLTRE 6 MESI FA
Roberto Giachetti, nuovo sciopero della fame per riforma legge elettorale

Roberto Giachetti (Foto Lapresse)

ROMA – Roberto Giachetti di nuovo in sciopero della fame. Come nel 2012. Il motivo è lo stesso, ribadito anche dalla mozione che porta il suo nome: la riforma della legge elettorale. Insieme al digiuno il deputato Pd lancia anche un “no-Porcellum day” il 31 ottobre, con celebrazione finale ad Eataly a Roma, con il fondatore Oscar Farinetti, del suo stesso sentire.

“Ho ripreso da ieri sera lo sciopero della fame, non perché sia approvata la proposta di legge che avevo presentato per il ritorno al Mattarellum ma per una legge” che, in base a tutte le promesse di questi mesi, “restituisca la possibilità di scelta agli elettori e garantisca la governabilità. Perché si passi dalle parole ai fatti”, ha detto Giachetti in conferenza stampa, invitando anche il proprio partito a prendere una posizione netta, “evitando di fare gli struzzi”.

Giachetti intende andare avanti con il suo sciopero “almeno finché al Senato non viene fatta la riforma”. Ha ricordato i tanti colleghi di partito che hanno ribadito la necessità di una nuova legge elettorale, dal premier Enrico Letta al segretario Guglielmo Epifani, dalla presidente della commissione Affari Costituzionali Anna Finocchiaro al capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza.

“Dubito che si troverà in Parlamento sulla legge elettorale una maggioranza più grande di quella che ci sarebbe stata se il Pd avesse scelto di votare tutto a favore della mozione” che proponeva il ritorno (momentaneo) al Mattarellum. A questo punto “il Senato è, di fatto, impantanato, e sono ancora in corso audizioni sulla legge elettorale, forse arriverà un cosiddetto ‘pillolario’ con le varie posizioni ma non esiste un testo base, praticamente siamo fermi”. Tutto questo mentre “il Pdl è coerente: questa legge l’ha costruita, sempre difesa, e non ci pensa a cambiarla, al massimo può recepire le indicazioni della Consulta, che però potrebbero non risolvere i problemi della restituzione della parola ai cittadini e della governabilità”.

“Il Pd, domanda Giachetti, che posizione ha? Ci sarà una sede in cui dice le sue posizioni oppure facciamo gli struzzi? La sensazione è che si stia facendo anche un po’ di melina per arrivare alla sentenza della Corte Costituzionale. Le ho tentate tutte. Riprendo lo sciopero della fame perché si passi dalle parole ai fatti. Non ho intenzione di creare problemi al governo né a nessuno ma di fare del mio perché le promesse fatte agli elettori vengano rispettate e la questione non finisca come il finanziamento ai partiti. Per non passare dalla ‘bandierine’ alle ‘parole al vento'”.