Roma Capitale. Verso primo “sì”, ma su poteri Pd critica: “Un pasticcio di facciata”

Pubblicato il 14 Settembre 2010 - 21:54 OLTRE 6 MESI FA

Gli ultimi nodi si stanno sciogliendo. Roma capitale dovrebbe veder riconosciuto il suo status con l’approvazione del primo decreto attuativo, entro il 20 settembre, giorno in cui si celebrano i suoi 140 anni. E’ ottimista il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: entro giovedì è previsto il parere positivo della commissione bicamerale sul federalismo fiscale, venerdì, in consiglio dei ministri, il via libera definitivo.

”Un sostegno convinto” al primo decreto e al processo di riforma da esso innescato, è arrivato dal presidente della Regione Lazio Renata Polverini e dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Ma ben più complessa si preannuncia la via del varo del decreto che definirà i poteri della capitale e il centrosinistra in Parlamento critica quella che definisce una ”cornice vuota”, ”un pasticcio”, ”un’operazione di facciata”.

Rispedisce l’accuse al mittente il sindaco Alemanno, che assicura che il primo decreto non è vuoto, ma introduce misure ”sostanziali”. E spiega che anche alcuni nodi si avviano ad essere sciolti. Quello del numero dei consiglieri dell’assemblea capitolina, innanzitutto. Il consiglio comunale aveva chiesto all’unanimità che restassero i 60 attualmente previsti e Alemanno nella sua audizione in commissione ha ribadito la necessità di non ridurre i consiglieri di una città grande come Roma. Ma il Consiglio dei ministri approverà la riduzione a 48 introdotta dal decreto.

Allo stesso tempo, però, spiega Alemanno, si approverà un ordine del giorno che indichi il codice delle autonomie come la sede legislativa in cui si introdurrà un nuovo aumento. Quanto inoltre alla possibilità del sindaco di Roma capitale di partecipare al Consiglio dei ministri, avrà la forma di una ”audizione” sui provvedimenti che riguardano la città. In un incontro in mattinata con il ministro Roberto Calderoli e il presidente della Commissione Bicamerale Enrico La Loggia, Alemanno ha raccolto la volontà del governo di rispettare i tempi per l’approvazione di questo primo decreto.

Diverso appare fin d’ora il discorso sul provvedimento che dovrà fissare i poteri della capitale. I presidenti di Regione e Provincia, infatti, nel corso dell’audizione che si è svolta nel pomeriggio davanti alla commissione sul federalismo, hanno messo alcuni paletti su un processo cui vogliono essere partecipi. Zingaretti torna a porre l’accento sulla necessita’ di ”una nuova governance” per l’area metropolitana. Polverini mette in guardia: ”La legge statale non può incidere su funzioni e competenze proprie della Regione”.

La discussione, che sarà avviata con un incontro con il sindaco giovedì, ”è ampia e complessa” dice Polverini. Alemanno, ad ogni modo, si mostra ottimista: ”Con Polverini non ci sarà scontro” e ”entro la fine dell’anno” arriverà il secondo decreto. Ma Linda Lanzillotta (Api), che con Anna Maria Bernini (Pdl) è relatrice del parere della commissione bicamerale, nell’annunciare il voto contrario del suo gruppo, ed evidenzia la ”frattura molto forte tra Consiglio e Regione”.

Dal Pd il deputato Francesco Boccia evidenzia il rischio ”la strategia dello spacchettamento” porti all’affossamento del percorso di Roma capitale. Mercoledì 15 settembre una riunione del gruppo del Pd prenderà una decisione sul voto che sarà dato in commissione al parere sul primo decreto. Dagli esponenti del centrosinistra in campidoglio arriva l’invito a ribadire il si che in quella sede è stato espresso, ma Boccia anticipa: ”Se non ci saranno cambiamenti nelle prossime ore, il no sarà inevitabile”.