Sanità, ospedali: via 26.700 posti letto. Tutti i tagli regione per regione

Pubblicato il 8 Novembre 2012 - 09:48 OLTRE 6 MESI FA
Sanità: i tagli ai posti letto regione per regione. Fonte Ministero della Salute, elaborazione Corriere della Sera

ROMA – Sanità. Ci saranno 26.700 posti in meno negli ospedali italiani. La spending review (tagli agli sprechi, ottimizzazione dei costi, migliori prestazioni) partirà subito: entro la fine dell’anno le Regioni dovranno dire dove effettueranno i tagli secondo le indicazioni del piano: in tre anni i posti letto dovranno essere 3,7 per abitanti, contro i 4,2 attuali. Non tutte le Regioni partono alla pari. Quelle che devono affondare di più la lama dei tagli sono sono Lazio (-19,9%), Molise (-33%) e Trentino (20,9%). Quello 0,5% di spread ospedaliero vale appunto poco più di 25 mila posti circa: almeno secondo i dati forniti dal Corriere della Sera (251.023 letti attualmente disponibili, 224.315 dopo la cura)  mentre Il Sople 24 Ore abbassa la soglia dei tagli a 18/20 mila posti letto (ne considera disponibili attualmente 237.022 disponibili ora).

In ogni caso, il decreto attuativo consegnato alle Regioni (che come prevedibile alzeranno le barricate) impone un giro di vite fondato su una diversa ripartizione delle strutture ospedaliere. Saranno divise in tre fasce e lo sfoltimento procederà basandosi su volume minimo delle prestazioni, bacino d’utenza e soglie di rischio. Tre livelli, dunque: a) di base, nei centri da 80-150 mila abitanti, pronto soccorso e e un numero essenziale di specialità; b) di primo livello, con 150-300 mila abitanti, dipartimenti di urgenza/emergenza con numerose specialità e tecnologie avanzate; c) di secondo livello, tra 600 mila e 1 milione di abitanti, ospedali-azienda, Irccs, ospedali di grandi dimensioni non scorporati dalle Asl.

Il documento è frutto del lavoro del ministero della Salute attraverso l’agenzia per i servizi sanitari (Agenas) diretta da Fulvio Moirano. Lo scoglio più grande sarà l’eliminazione e accorpamento dei primariati, oggi chiamati unità operative complesse. Talmente complesse che funzionano spesso senza criteri razionali. Andranno cancellati i reparti doppioni e quelli che lavorano poco. Si insisterà sull’indice di occupazione dei posti letto che deve attestarsi su 80-90%: in reparti di 30 posti, ne devono essere occupati in media 26. Quanto ai posti letto in eccesso, non verranno rottamati, ma riciclati, per esempio destinandoli alle residenze per anziani e per le lungo-degenze.