Inchiesta G8, Scajola coinvolto per un assegno di Anemone si difende: “Mai ricevuto appartamenti”. Annunciata la querela
“Le notizie apparse su alcuni quotidiani nazionali sono totalmente destituite di fondamento. L’unico immobile che la mia famiglia possiede a Roma, dove attualmente abito, e’ stato acquistato con regolare contratto ed e’ stato pagato, per la quasi totalità dell’importo, con un mutuo ancora in essere e, in minima parte, con bonifico dal mio conto corrente”.
Risponde così il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, alla notizia apparsa sui giornali di oggi relativa a un presunto contributo del gruppo Anemone per l’acquisto della casa della figlia del ministro.
“Escludo categoricamente, dice, che sia stata versata alcuna somma in mio favore per tale vicenda o per qualsiasi altra. Ho dato, pertanto, mandato al mio legale di porre in essere ogni e più opportuna azione a mia tutela, evidenziando che nessuna indagine e’ in corso nei miei confronti”.
Oggi , infatti, era stata diffusa la notizia secondo cui i magistrati di Perugia titolari dell’inchiesta sugli appalti per i “Grandi eventi” starebbero indagando anche sull’acquisto di una casa della figlia del ministro con fondi che sarebbero riconducibili al costruttore Diego Anemone.
L’operazione di cui parlano vari quotidiani sarebbe stata condotta dall’architetto Angelo Zampolini, direttore di alcuni cantieri del gruppo Anemone. Per essa sarebbe stato depositato denaro in contanti su conti riconducibili ad Anemone, soldi poi prelevati in assegni circolari.
Parti dei fondi sarebbero stati utilizzati per l’acquisto di un appartamento per conto del figlio di Angelo Balducci, il resto per la casa della figlia di Scajola, che all’epoca della presunta operazione era parlamentare dell’opposizione. I rapporti tra Anemone e Scajola erano stati al centro nei giorni scorsi anche di alcune domande dei pm di Perugia al capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Il sottosegretario avrebbe però sostenuto di non avere in merito alcuna notizia.
