Frullatore e caparra per Scajola, gas per Lunardi: la lista dei regali di Anemone

Pubblicato il 25 Maggio 2011 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA

Claudio Scajola (foto La Presse)

ROMA – Oltre alla casa vista Colosseo, Claudio Scajola ha avuto da Diego Anemone anche la caparra, l’autista, le ristrutturazioni e un frullatore a sua insaputa? La procura di Perugia scova l’archivio contabile del costruttore Diego Anemone nel computer della sua segretaria Alida Lucci. E ricostruisce l’elenco dei suoi versamenti segreti: pagamenti per case, bollette di luce e gas, vacanze, persino le contravvenzioni e il “bollino blu” per soddisfare i “potenti” e garantirsi gli appalti pubblici. Potenti come gli ex ministri Claudio Scajola e Pietro Lunardi, l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, il cardinale Crescenzio Sepe, l’ex Provveditore alle opere pubbliche di Roma, Angelo Balducci.

Si scopre ad esempio, scrivono ‘Corriere’ e ‘Repubblica’, che Anemone aveva rapporti economici con Scajola sin dal 2001 e che avrebbe pagato all’ex ministro non solo gli ormai famosi 900mila euro per l’acquisto della casa a via del Fagutale, ma anche la caparra da 230 mila euro e le spese di agenzia. Oltre allo stipendio dell’autista, il conto dell’elettricista, un “frullatore per ministro”, la terra per i vasi e un trasformatore.

Queste novità emergono dalle carte che la procura di Perugia ha inviato a Roma su Scajola, Lunardi e Bertolaso, chiedendo ai pm capitolini di valutare se ci possano essere gli estremi per indagarli per riciclaggio. Oltre a Scajola infatti, scrivono ‘Corriere della Sera’ e ‘Repubblica’, Anemone avrebbe fatto regali anche, tra gli altri, a Lunardi e Bertolaso.

Scajola non è quindi uscito dall’inchiesta indenne, come ha sostenuto non più di un mese fa. E’ vero, le novità emerse non contrastano con la tesi difensiva dell’ex ministro: lui ha sempre sostenuto che quella casa al Colosseo gliel’avessero pagata a “sua insaputa” e che Anemone&Co. lo avessero usato per riciclare dei soldi sporchi. Ma l’ex ministro non se “l’e cavata con un nulla di fatto”: il punto è che i pm di Perugia sono stati abili a scorporare le due parti di indagine per “salvare” quella sui Grandi Eventi, sopendo l’eco mediatica sul caso Scajola e inviando le carte sui politici coinvolti a Roma. Così facendo l’inchiesta principale a Perugia può continuare senza intoppi, dovuti alle richieste di autorizzazioni varie da parte del Parlamento. La questione per Scajola però è tutt’altro che chiusa. A Roma, infatti, l’ex ministro potrà essere ascoltato come teste più e più volte e i pm inoltre valuteranno se indagarlo per riciclaggio.

Nell’archivio contabile di Anemone, scrivono ‘Il Corriere della Sera’ e ‘Repubblica’, i pm hanno trovato un elenco sterminato di persone e società a cui Anemone avrebbe fatto “regali”. Uno di loro è l’ex ministro Pietro Lunardi che nel giugno 2004 acquistò da Propaganda Fide un palazzetto in via dei Prefetti, al centro di Roma, per tre milioni di euro a fronte di un valore stimato dall’accusa che superava i nove milioni di euro. Ora, scrive ‘Il Corriere della Sera’, si sarebbe scoperto che Diego Anemone pagava per quello stabile, sin dal 2003, bollette della luce e del gas, la tassa sui rifiuti, la manutenzione. E che avrebbe continuato a farlo anche quando il palazzetto è diventato di Lunardi. Inoltre, scrive Fiorenza Sarzanini sul ‘Corriere della Sera’, “sui libri contabili sono annotati i versamenti a una tale Martina che gli inquirenti individuano nella figlia del ministro”.

Tra le “uscite” di Diego Anemone, poi, ci sarebbero anche auto di lusso per il cerimoniere di Sua Santità monsignor Francesco Camaldo, denaro versato sui conti del cardinal Crescenzio Sepe, ex Prefetto di Propaganda Fide indagato per corruzione insieme all’ex ministro Lunardi. E una fattura da 30mila euro in favore di Olivia Bertolaso, la figlia dell’ex capo della Protezione Civile. Bertolaso, scrivono i giornali, dovrà presumibilmente spiegare ai magistrati anche quell’annotazione del 23 marzo 2005 sul libro contabile di Anemone “Alida-Marilleva (G.Bert) 20mila” che gli inquirenti sospettano si riferisca a una vacanza in montagna, 120 euro per la riparazione della tv e le spese, sempre pagate da Anemone, per la lavanderia.