Senato: domani la nomina del nuovo segretario. Previsti scontri opposizione-maggioranza

Pubblicato il 8 Febbraio 2011 - 16:39 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ci sono tutte le premesse perché domani vada in scena, anche nei compassati saloni del Senato, l’ennesimo scontro tra maggioranza e opposizione. Il possibile ‘casus belli’ è la nomina del nuovo segretario generale di Palazzo Madama in sostituzione di Antonio Malaschini, fresco di nomina a consigliere di Stato.

Spetta al presidente del Senato Renato Schifani indicare il nome sul quale si esprimerà il Consiglio di Presidenza: per antica consuetudine si è sempre raggiunta una intesa unanime sull’alto funzionario che affiancherà il presidente Schifani e riveste un ruolo super partes di indiscusso prestigio.

Questa volta però è scoppiata la polemica sui candidati con una contrapposizione netta tra il Pd da una parte e Pdl e Lega dall’altra dopo che sembra farsi più concreta l’ipotesi di un segretario generale donna: si tratta di Elisabetta Serafin, al Senato da 25 anni, direttore del servizio Assemblea e che da una ventina d’anni segue i lavori della conferenza dei Capigruppo, il ”cuore” dell’attività legislativa di Palazzo Madama.

Serafin, che respira l’aria dal Senato da quando è nata (suo padre era un commesso di Palazzo Madama) con i suoi 52 anni, però è più giovane degli altri due candidati in lizza: Giuseppe Castiglia, 60 anni, che è a capo dell’area legislativa ed è il segretario generale vicario, e Fabio Garella, 55 anni, a capo del servizio Questura e del cerimoniale.

Sono tutti e tre nomi considerati di prestigio e sulla cui professionalità non ci sono dubbi ma, a torto o a ragione, nel gioco dei gradimenti Serafin è considerata molto gradita dalla Lega, in primis dalla vicepresidente del Senato Rosi Mauro e dal Pdl mentre Castiglia è gradito dal Pd mentre anche Garella sarebbe sponsorizzato dal Pdl.

In questa situazione, il classico sasso nello stagno, alla vigilia della delicata scelta, l’ha lanciato il Pd, innanzitutto, con una intervista stamane del vicepresidente del gruppo Luigi Zanda a Repubblica dove dice che: ”’Non si spiega una nomina che salta i funzionari che hanno ben meritato e vengono prima” e sostiene che ”l’unico motivo che può giustificare un’operazione tanto spregiudicata è politico. E l’unica persona che può dare disposizioni in questo senso non può che essere Berlusconi, il quale riceve indicazioni da Bossi”.

Il vicesegretario del Pd Dario Franceschini, in una nota, parla di uno ”strappo istituzionale” e invita domani il Consiglio di Presidenza a fare una scelta ”su criteri certi e non manipolabili come ruolo, competenza, professionalità, graduatoria e anzianità”.

Alle preoccupazioni del Pd su possibili mire leghiste, a cui si associa anche l’Idv che con Felice Belisario auspica ”una intesa su un nome di grande rappresentatività”, replica Gaetano Quagliariello che accusa Letta di ”atteggiamento scorretto” e afferma ”’quando sono in gioco passaggi così importanti per la vita delle istituzioni, come l’elezione del segretario generale del Senato, la politica dovrebbe fare un passo indietro e rinunciare a clamori e strumentalizzazioni”. ”Siamo certi – conclude Quagliariello – che l’ufficio di presidenza domani compirà le sue scelte nell’esclusivo interesse del Senato dei cittadini che rappresenta”.