Cambiare la classe politica? Al sondaggio dice sì l’83% degli elettori

Pubblicato il 14 Marzo 2012 - 13:51 OLTRE 6 MESI FA

Il sondaggio di Demopolis per La7

ROMA – L’83 per cento degli elettori crede che le classi dirigenti nella politica vadano cambiate. Il 62 per cento ha perso la fiducia nel partito votato alle elezioni del 2008. Mentre il 57 per cento crede che il peso dei partiti politici sia minore di quello che avevano 6 mesi, prima dell’arrivo del governo di tecnici di Mario Monti. Il sondaggio di Demopolis per La7 mostra un ritratto poco rassicurante per i partiti che nel 2013 andranno ad elezioni. Se il voto fosse a breve, dai dati potrebbe emergere una situazione critica di sfiducia nel confronti della classe politica attuale, mentre la fiducia in Monti è salita nel tempo.

Il dopo Monti non si prospetta facile né per gli elettori, che non si riconoscono più nei partiti, né per i politici, che dovranno riconquistare una fiducia ormai caduta. Se il 57 per cento degli intervistati dall’istituto Demopolis crede che i partiti abbiano un peso minore nel governo, solo il 3 per cento crede che sia aumentato, mentre il 40 per cento lo definisce come “uguale a prima”.

Non solo non contano per Monti, ma i partiti non contano quasi più per gli elettori: solo il 33 per cento si ritiene rappresentato come prima dal partito scelto nel 2008, contro il 5 per cento che si sostiene “più” rappresentato ed il 67 per cento che invece non vi si riconosce ormai più.

Il problema rimane comunque la classe politica, che secondo l’83 per cento deve essere cambiata. Pietro Vento, direttore di Demopolis, afferma: “Condizione imprescindibile, secondo l’83% degli italiani è quella di un radicale rinnovamento delle classi dirigenti. In vista delle elezioni del 2013, il 75% degli elettori sollecita una sostanziale riduzione dei costi della politica ed una maggiore trasparenza nei bilanci dei partiti. I due terzi – il 67 per cento degli intervistati – chiedono una nuova legge elettorale, che restituisca la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, ma anche un coinvolgimento dei cittadini – secondo il 54 epr cento – nei criteri di selezione dei candidati alle cariche elettive e del ceto politico nel suo complesso”.