Sondaggio Mannheimer: con nuova legge Pdl primo, Idv fuori dalle Camere

Pubblicato il 5 Aprile 2012 - 08:36 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Come sarebbero andate le elezioni del 2008 se al posto del “porcellum” ci fosse stata la nuova legge elettorale messa a punto (e non ancora approvata) dai leader di Pd, Pdl e Terzo Polo? A chiederselo, e a darsi una risposta, è il sondaggista Renato Mannheimer secondo cui con questo nuovo sistema (si tratta sostanzialmente di un ritorno al proporzionale con forse una soglia di sbarramento ai partiti più piccoli per impedire un eccessivo frazionamento delle rappresentanze parlamentari) il Pdl si sarebbe confermato primo partito e l’Idv invece sarebbe rimasto sotto la soglia di sbarramento.

Scrive Mannheimer:

Esaminiamo i risultati elettorali passati applicando la proporzionale pura e ipotizzando una diminuzione del numero dei deputati (abbiamo per ora limitato la simulazione alla Camera) a 500 invece dei 630 attuali, cioè con la soglia della maggioranza assoluta a 250. Assumendo una soglia di sbarramento al 4%, il Pdl sarebbe come partito più votato il perno del sistema. Tuttavia non si può dire che la governabilità sarebbe favorita e neanche l’alternanza: infatti le alternative sarebbero solo una riedizione dell’intesa Pdl-Lega con un solo seggio di maggioranza, una coalizione ancora più eterogenea con l’Udc o, a quel punto, la più probabile riedizione della Grande Coalizione attuale. Viceversa il Pd non otterrebbe la maggioranza neanche alleandosi contemporaneamente con l’Idv e l’Udc.

Con l’introduzione di una soglia di sbarramento più elevata (5%), Di Pietro perderebbe, secondo i risultati del 2008, la rappresentanza parlamentare. Di fatto se ne avvantaggerebbe il centrodestra: il Pdl potrebbe governare da solo con la Lega con 264 seggi e decidere se allearsi con l’Udc o dar vita a una Grande Coalizione rinnovata. Un risultato comunque appeso al fatto che qualche partito significativo resti sotto lo sbarramento.

Se ora si introduce l’ipotesi di un premio di maggioranza, il quadro si fa più roseo per il primo partito, nel nostro caso per il Pdl. Che non arriverebbe a disporre delle maggioranze attuali, ma potrebbe godere di un discreto vantaggio: infatti sarebbe da solo a 226 o 236 seggi, perno decisivo di un bipolarismo ristrutturato sul partito più grande, in grado di allearsi o con la sola Lega o con la sola Udc. Nel caso di un premio di maggioranza ripartito tra il primo e il secondo partito, la posizione dominante sarebbe assai più esigua.