Udc: “Alle regionali da soli”. Casini: “Posizioni ormai divaricate”

Pubblicato il 6 Novembre 2009 - 19:24 OLTRE 6 MESI FA

Pierferdinando Casini e Silvio Berlusconi

L’Udc correrà da sola alle elezioni regionali del prossimo marzo. Lo ha espresso a chiare lettere il segretario nazionale Lorenzo Cesa, al termine dell’incontro tra i vertici del partito e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Abbiamo detto, così come a Bersani, che se ci saranno eccezioni – aggiunge Cesa – le valuteremo con i dirigenti locali. Perciò ci aggiorneremo su questo argomento».

Più prudente Pier Ferdinando Casini, che evidenzia come «di elezioni regionali abbiamo discusso non più di 5 minuti». Poi però ammette che «in questo anno e mezzo le posizioni si sono divaricate ancora di più».

Anche l’ex presidente della Camera ha sottolineato come all’Unione di Centro piacciano «la trasparenza e la chiarezza. Mercoledì abbiamo incontrato Bersani, oggi con Berlusconi abbiamo avuto un incontro cordiale e utile, abbiamo parlato dei problemi del Paese e delle questioni europee».

Per quanto riguarda la politica interna, è stato affrontato il tema della giustizia per il quale i leader dell’Udc hanno espresso «la necessità di una riforma complessiva». Dunque, Casini dice «no a una maggioranza che fa tutto da sola, ma no anche a un’opposizione che va sull’Aventino ed esprime un cartello di no».

«Noi siamo seduti al tavolo per la riforma, perché bisogna chiudere la stagione di contrapposizione tra potere giudiziario e legislativo – ha annunciato Casini – Vogliamo riforme nell’interesse di tutti i cittadini e non solo del ceto politico. Accettiamo il dialogo sulla giustizia e vogliamo che sia qui in Parlamento alla luce del sole e non altrove: come abbiamo fatto noi astenendoci sul lodo Alfano per superare contrapposizioni».

Sempre sul fronte interno, si è parlato anche di sicurezza: «Abbiamo chiesto a Berlusconi che nella Finanziaria ci siano risorse più adeguate per le forze dell’ordine. La criminalità si contrasta con i fatti non solo con le parole».

Per quanto riguarda la politica estera, all’ordine del giorno c’era la candidatura di Massimo D’Alema alla carica di ministro degli Esteri dell’Unione Europeo, candidatura che il governo si era già impegnato a sostenere: «Abbiamo sollecitato un forte impegno del governo per la candidatura di Massimo D’Alema a ministro degli Esteri dell’Unione europea. Sarebbe un gesto molto apprezzato, perché è un segnale di una politica che riesce a volare un po’ più in alto rispetto alla cannibalizzazione attuale. È un gesto che va nell’interesse del Paese».

Infine non poteva mancare una battuta di Casini sui rapporti col premier, che sembravano deteriorati dopo la lite telefonica a Porta a Porta di qualche settimana fa: «Io non sono un uomo di risentimenti ma di sentimenti. Non c’era nessuna questione personale ma solo questioni politiche che abbiamo posto, anzi non c’è mai stato un problema personale tra me e Berlusconi e tra esponenti del partito e Berlusconi. Un problema che non c’è è proprio la questione personale. Ci sino invece problemi politici e di quelli abbiamo discusso».