Venezia teme lo “scippo” del Canal Grande, Calderoli assicura: “Resta al Comune”

Pubblicato il 6 Febbraio 2011 - 20:53 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – Per un giorno Venezia ha temuto di non essere piu’ ”proprietaria” del suo Canal Grande. Un ”equivoco interpretativo”, come lo ha definito il ministro Roberto Calderoli, sul dispositivo ”ammazzanorme” che aveva fatto maturare la convinzione, espressa dall’assessore alla mobilita’ Ugo Bergamo, che l’arteria d’acqua, simbolo stesso della vita cittadina, sarebe stata gestita dallo Stato. La paura di un cambio di competenza sui quattro chilometri d’acqua ha presto fatto fremere mezza citta’ sino a che in serata lo stesso ministro ha messo le cose in chiaro. ”Intendo tranquillizzare gli amici veneziani” ha detto Calderoli, spiegando che i timori non avevano alcun fondamento normativo: ”il Canal Grande e’ e resta dei cittadini di Venezia e del suo Comune”.

Il ministro ha spiegato anche il perche’: ”Il Regio Decreto 523 del 1904, in materia di opere idrauliche ha natura giuridica di Testo Unico e quindi, come tale, e’ espressamente escluso da abrogazione ai sensi dell’articolo 14 comma 17 della legge 246 del 2005. Pertanto, lo ribadisco, la notizia su di un trasferimento del Canal Grande dal Comune di Venezia allo Stato appare priva di qualsiasi fondamento”. A togliere ulteriori possibili dubbi c’e’ stato la telefonata in serata di Calderoli allo stesso sindaco Giorgio Orsoni. ”Gentilmente – ha detto il primo cittadino – mi ha confermato che non c’e’ stata alcuna abrogazione della convenzione in essere. Il Canal Grande, dunque, e’ ancora nella disponibilita’ dell’Amministrazione veneziana. Si e’ trattato di un equivoco interpretativo che il ministro ha provveduto a chiarire”.

A far scoppiare la ‘bomba’ che aveva messo in fibrillazione la citta’, oltre al mondo politico anche le categorie, come i gondolieri, la notizia che nel corso di una ricognizione sulle questioni da porre al Demanio sulle competenze in laguna non era piu’ strata trovata traccia del Regio Decreto che stabilisce la concessione del Canal Grande all’ente locale. A porre l’accento, nel corso di un convegno, l’assessore alla mobilita’ Ugo Bergamo. Orsoni aveva indicato da subito che a suo parere nulla sarebbe cambiato, mentre l’ex primo cittadino Massimo Cacciari aveva detto che era un equivoco risolvibile in pochi minuti. Disinnescato il pericolo, l’assessore comunale in serata pero’ ha ribadito che ”il Regio decreto del 1904 e’ stato abrogato ma prendo atto con favore che non c’era e non c’e’ la volonta’ di sottrarre al Comune di Venezia la competenza sul Canal Grande”.

Adesso, secondo l’assessore, bisognera’ vedere ”i passi interpretativi o innovativi legislativi che si devono compiere per ripristinare la piena sovranita’ e titolarita’ del Comune di Venezia sul Canal Grande. E’ l’occasione – ha aggiunto – per estendere la ricognizione a tutta la laguna per lasciare alle autorita’ marittima e portuale la competenza unicamente sulle acque funzionali alla navigazione e al Comune di Venezia tutto il resto all’insegna di un vero federalismo territoriale”.