Verdini “buttadentro di onorevoli”: “Disgustato da alcune richieste”. E che gli avranno mai chiesto?

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 23 Febbraio 2011 - 13:04 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-Erano 315, sono diventati 321 e si avviano a toccare quota 325. Sono i deputati che a Montecitorio stanno, votano per Berlusconi e fanno la sua maggioranza che ingrassa e ingrossa nei numeri. Il 14 dicembre dello scorso anno, quando la Camera dei deputati respinse la mozione di sfiducia a Berlusconi per un esile soffio di maggioranza, erano 314: quelli che si sono aggiunti e si stanno aggiungendo li hanno riportati a casa per comune e nota ammissione Altero Matteoli, Daniela Santanché e soprattutto Denis Verdini, non  a caso “cordinatore nazionale” del Pdl. Tutti nel Pdl e nella maggioranza riconoscono a Verdini questo ruolo e questo merito, il ruolo di colui che convince, il merito di condurre in porto i deputati momentaneamente alla deriva. Come fa Verdini, come ha fatto? Scrive il Corriere della Sera, riportando le lodi che Verdini raccoglie in casa: “con la capacità di ascoltare, l’umanità nel parlare con questo e con quello, la capacità di farsi confidare problemi, aspettative, disagi”. Dunque, lo dicono loro, quelli del Pdl e della maggioranza e del governo, Verdini si fa confidare dai deputati che stavano con Fini e non ci stanno più, da quelli che stavano con Di Pietro e non ci stanno più, da quelli che avevano perso il contatto con Berlusconi e lo hanno ritrovato o lo stanno cercando di nuovo, “problemi, aspettative, disagi”. Verdini risolve, come Winston Wolf in Pulp Fiction di Tarantino.

E lui, Verdini, che dice? Una ne ha detta, registrata sempre dal Corriere della Sera. Una che incuriorisce parecchio chi la sente. Ecco cosa ha detto Wolf-Verdini: “Sono rimasto disgustato da alcune richieste”. Ascoltando “problemi, aspettative e disagi”, qualche volta è capitato a Verdini di essere “disgustato”. Non sorpreso e neanche imbarazzato dal non poter esaudire. No, Verdini dice :”disgusto”. Ora Verdini non è proprio una debuttante in società, un monastico asceta, un predicatore armato solo della parola. E’ cronaca appena dell’altro ieri: a casa sua si vedevano quelli che poi a torto o a ragione sarebbero stati battezzati “quelli della P3”. Sarà stato tutto legale e legittimo per carità, ma con Carboni e gli altri Verdini discuteva di affari, soldi, potere. Insomma erano riunioni di lavoro su “problemi, aspettative, disagi…”. Verdini ne ha viste in vita sua, ha vasta esperienza. E Verdini è stato anche il manager e il proprietario di una banca, per questa sua attività si è preso anche un “warning” firmato Bankitalia, insomma attenti a Verdini banchiere che presta i soldi della banca soprattutto ai suoi amici, ovviamente per risolvere “problemi, aspettative e disagi”. E’ uomo di mondo Verdini, non certo uno che facilmente si turba, non fosse altro che per vasta esperienza dell’umanità.

E allora che cosa gli avranno mai chiesto per “disgustarlo”? A voler esser pignoli la frase di Verdini conferma che l’operazione rientro in maggioranza si è svolta e si svolge secondo regola, teoria e prassi del tu dai una cosa e ame e io dò una cosa a te…Ma non è questo che incuriosisce. Incuriosisce il “disgusto”. E che avranno chiesto per disgustare Verdini? Una nomina a parlamentare a vita? Un posto al governo? La cessione di un giocatore del Milan alla squadra di casa del deputato? Il passi per l’auto nel centro storico per tutti i parenti? L’abbonamento vitalizio dal parrucchiere per la colf? L’esenzione dal pagamento delle bollette per gli eredi fino alla terza generazione? Un posto fisso a Porta a Porta da Vespa? Difficile immaginare: non di soldi può essersi trattato perché i deputati non cambiano gruppo parlamentare per soldi e comunque su questioni di soldi Verdini non avrebbe certo provato “disgusto”. Casomai un esperto di “problemi, aspettative e disagi” come lui avrebbe alzato il sopracciglio di fronte all’esosità del “prezzo”. Ma “prezzo” non può mai esserci stato perché, si sa, non c’è stato mercato e, si sa, non per soldi si muove un deputato. E allora che cosa qualcuno ha chiesto a Verdini-Wolf per turbargli lo stomaco e l’anima, dargli nausea intellettuale e quasi fisica, insomma per “disgustarlo”? E’ una domanda che interessa più la scienza che la politica: cosa in natura è fenomeno così grande da produrre così enorme effetto?