Vespa risponde a Feltri: “Casa avuta dalla cricca? No, dal Vaticano”

Pubblicato il 21 Maggio 2010 - 16:30 OLTRE 6 MESI FA

Bruno Vespa

La Lista Anemone, ma più in generale l’inchiesta sui “Grandi Appalti”, spaventa tutta la rete di conoscenze politiche e intellettuali che ha avuto a che fare con l’imprenditore per i motivi più diversi e, come abbiamo visto, non sempre trasparenti. Dalla procura di Perugia usciranno ancora altri nomi? In questo clima di incertezze è tutto un fiorire di prese di distanza, il cui tenore medio è: “Mai conosciuto Anemone e soci, e se per caso ha fatto lavori per me sono stati pagati regolarmente”.

L’ultimo a sposare questa linea è il giornalista Bruno Vespa che, a dire il vero, non ha messo le mani avanti di sua sponte, ma solo dopo essere stato chiamato in causa da Vittorio Feltri sul Giornale. Un articolo firmato da Gian Marco Chiocci chiedeva infatti da dove provenisse la sua casa romana, 200 metri quadri in zona Piazza di Spagna. In affitto, agevolato, da Balducci&Co.?

Oggi, 21 maggio, la risposta del conduttore di Porta a a Porta, cui il Giornale dedica ampio spazio nelle prime pagine. Balducci non sa  chi sia e quindi nessuno della “cricca” gli ha trovato casa. Vespa l’appartamento l’ha avuto grazie alle suo conoscenze in Vaticano: “Dopo il Giubileo del 2000-scrive Vespa-dissi al cardinale Crescenzio Sepe, allora prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che pur occupando una grande casa di proprietà nel bel quartiere di Prati, avrei gradito sapere se si fosse liberato in centro qualche appartamento con una terrazza, tra i tanti di proprietà della Congregazione”.

Passa il tempo, e nel 2005 Vespa ottiene l’appartamento ricercato, anche se sarà motivo di litigio con la moglie, poco propensa a lasciare la casa di Prati. Ma alla fine la famiglia Vespa vi si trasferisce: 200 metri quadri “molto scomodamente distribuiti su 3 livelli”, che costano tuttora al giornalista 10mila euro al mese di affitto. Ma, nonostante non ne sia quindi il proprietario, Vespa ha comunque sborsato 531.867,12 euro per la ristrutturazione,  “Iva inclusa, tutti fatturati, tutti a mio completo carico e fatti da imprese che nulla hanno a che vedere con la cricca”.