Vibo Valentia, muore dopo parto cesareo. Orlando: “Sono fatti scandalosi”

Pubblicato il 21 Agosto 2010 - 14:16| Aggiornato il 31 Agosto 2010 OLTRE 6 MESI FA

”E’ scandaloso che in Italia si continui a morire nel momento in cui si mette al mondo un figlio”. Lo sostiene, in una nota, il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, Leoluca Orlando, commentando il caso della donna morta dopo un parto cesareo in una casa di cura privata di Vibo Valentia. ”Un altro caso di presunta malasanità- aggiunge Orlando – che si verifica in Calabria al momento del parto. Come Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari chiederemo al Presidente della Regione Calabria, con delega alla sanità Giuseppe Scopelliti, una relazione dettagliata sulle circostanze che hanno portato al decesso, con ogni informazione utile al fine di individuare eventuali responsabilita’ personali e disfunzioni organizzative o strutturali”.

”La trentatreenne, a causa di complicazioni dovute ad un’emorragia – è detto in un comunicato della Commissione – è stata trasferita nel reparto di rianimazione allo Jazzolino di Vibo Valentia, dove però  non ci sarebbero stati posti. Caricata quindi sull’ambulanza per andare nell’ospedale di Lamezia Terme, la donna è morta durante il tragitto. Nell’ambito del filone d’inchiesta specifico sull’assistenza perinatale e neonatale in Italia, con la collaborazione di un team che mette insieme medici, giuristi ed esperti di organizzazione sanitaria, la Commissione parlamentare d’inchiesta ha preparato due questionari per la rilevazione dei principali dati sanitari e organizzativi dei circa 550 punti-nascita italiani, uno sugli aspetti tecnico-organizzativi e l’altro su quelli medico-legali, da sottoporre agli assessorati alla Salute di tutte le Regioni ed alle Procure”.

”Le domande cui dovranno rispondere gli assessori regionali – ha spiegato il presidente Orlando – vanno dal numero dei posti letto accreditati nei diversi punti nascita; al numero dei parti e dei tagli cesarei effettuati; alla presenza o meno dei reparti di neonatologia e terapia intensiva neonatale nonché al rapporto tra strutture pubbliche e private, con i relativi problemi dell’accreditamento di queste ultime. Il questionario che andrà a tutte le Procure è  stato pensato per evidenziare eventuali controversie legali che interessano i reparti di ostetricia e ginecologia. L’analisi dei risultati servirà a tracciare una fotografia della situazione regione per regione e consentirà alla Commissione di acquisire dati indispensabili a rilevare i problemi e le caratteristiche di ciascun punto-nascita, ad accertare le cause dei più frequenti errori o criticità e, infine, a formulare proposte concrete per porvi rimedio”.