Calabria, Il Giornale: “Il bavaglio dei pm: 9 giornalisti condannati d’ufficio”
Pubblicato il 25 Aprile 2014 - 11:22 OLTRE 6 MESI FA
CATANZARO – Stop alla pubblicazione di notizie riguardanti inchieste in corso. La magistratura mette il bavaglio ai giornalisti: in nove tra direttori responsabili e cronisti di Gazzetta del Sud , Quotidiano e Calabria Ora si sono visti condannare d’ufficio, per decreto, ad una pena pecuniaria tra i 1.500 ed i 3mila euro, per aver pubblicato “atti e documenti sui quali, al momento della loro pubblicazione, anche se non più coperti da segreto istruttorio, vigeva il divieto di pubblicazione”.
Scrive Gianpaolo Iacobini sul Giornale:
Questo si legge nel capo d’imputazione formulato dalla Procura di Salerno col pm Rocco Alfano e condiviso dal Gip Maria Zambiano. I fatti all’origine della vicenda risalgono al gennaio 2013 e si riferiscono all’ordinanza con la quale il Gip salernitano rigettava le misure interdittive richieste dalla Procura – all’epoca guidata dall’attuale procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, affiancato in quell’indagine proprio dal pm Alfano – a carico di tre magistrati in servizio a Catanzaro, accusati di reati aggravati dalla finalità mafiosa in un’inchiesta poi archiviata.
Notizie riservate, secondo gli inquirenti, poiché «non vi era ancora stato l’eventuale deposito di avviso di conclusione delle indagini o di richiesta di rinvio a giudizio ».E ciò sebbene l’ordinanza,già notificata agli indagati ed ai loro difensori, fosse stata impugnata anche davanti al Riesame.
«Se il principio seguito dai magistrati di Salerno dovesse fare giurisprudenza –denuncia l’Ordine dei giornalisti della Calabria – non si potrebbero più pubblicare notizie su inchieste o operazioni di polizia giudiziaria fino alla conclusione delle indagini preliminari e i giornalisti italiani sarebbero esposti ad un’ondata di decreti penali di condanna». Se non è una museruola, poco ci manca. Dopo lo strano caso dello stop alle pubblicazioni di Calabria Ora , ora arriva un altro bavaglio.